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Roberto Occhiuto in consiglio regionale

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SCORRONO via senza particolari scossoni le quasi cinque ore di dibattito che ieri hanno permesso al consiglio regionale calabrese di licenziare sei leggi, un provvedimento amministrativo e poi quattro atti tra mozioni e ordini del giorno. Tutto o quasi all’unanimità. Ma pur nel clima disteso, almeno due sussulti si sono registrati.

Il primo è il botta e risposta tra il presidente Occhiuto e il consigliere dem Alecci sul tema “mare pulito”. Il secondo – decisamente più aspro – ha visto come protagonisti Giuseppe Graziano (Azione) e Davide Tavernise (M5S). Il tema in discussione era la mozione sul viadotto di Longobucco, il casus belli le dichiarazioni del grillino lì sul posto, all’indomani del crollo. Graziano ha accusato Tavernise di aver ‘arringato’ la folla contro di lui e Straface, «additandoci come responsabili». Tavernise ha respinto le accuse: «Ho solo detto di aver paventato i rischi, un mese e mezzo prima, ho un video che lo dimostra».

MARE PULITO

Il botta e risposta tra Occhiuto e Alecci si è consumato sulla proposta di legge dedicata all’Arpacal. Un paio di modifiche, apportate alla disposizione originaria, e arrivate in aula con il parere favorevole unanime della commissione competente. La proposta modifica, riducendola, l’indennità del direttore generale, parametrandola allo stipendio dei dirigenti regionali e non più a quello dei direttori delle aziende sanitarie e ospedaliere. Si assegna inoltre all’Arpacal il compito di offrire «supporto specialistico alla Regione Calabria in merito alla strategia di sviluppo sostenibile». Per Alecci «la proposta è condivisibile sotto molti aspetti, peccato però che intanto la Regione stia perdendo i 2 milioni di euro destinati al monitoraggio delle acque perché Arpacal non ha reso operativo il progetto. È da un anno che sollecito, ormai il tempo è finito. Il presidente Occhiuto dice che non farà sconti sul mare, ma qui mi sembra si facciano sconti ad Arpacal e all’assessore al ramo».

Il rischio di perdere i 2 milioni, hanno replicato Straface e Raso, non c’è: la scadenza per spenderli è il 31 dicembre e Arpacal, hanno assicurato, si sta attrezzando. Né Occhiuto ha voluto lasciar correre. «La proposta in discussione, che riduce gli emolumenti del direttore Arpacal, finora tra i più alti d’Italia, mi sembra un’azione virtuosa. Mi sarei aspettato che l’opposizione lo riconoscesse. Così come mi aspetto, che ogni tanto, l’opposizione riconosca le differenze con il passato. Quando ci siamo insediati il direttore generale di Arpacal era un ex parlamentare Pd, dirigente del partito (Mimmo Pappaterra, ndr). E io l’ho lasciato in carica, perché gli riconoscevo competenza ed esperienza: io non faccio epurazioni. Poi il suo mandato è finito – ha detto Occhiuto – e abbiamo deciso di cambiare, individuando un profilo che garantisse all’Arpacal assoluta indipendenza (il generale della Finanza Emilio Errigo, ndr). Vorrei che in un impeto di onestà intellettuale si riconoscessero le differenze con il passato. Riscontro invece che ogni volta, anche quando c’è una proposta che arriva già con parere favorevole unanime, si sfrutta l’occasione per fare polemiche, agganciandosi a situazioni che nulla hanno a che fare con il merito della discussione. Sull’ambiente e sulla depurazione credo di aver concentrato molti sforzi e non ricordo presidenti di regione che abbiamo profuso lo stesso impegno su questo tema. Sulla qualità delle acque abbiamo investito anche risorse ulteriori rispetto a quelle destinate, nella scorsa stagione e in questa. Trovo davvero lunare che si vada a cercare la pagliuzza senza guardare le travi del passato».

La proposta di legge sull’Arpacal è stata poi approvata con il voto favorevole della maggioranza e di parte dell’opposizione (Laghi, Lo Schiavo e M5S). Astensione dal Pd.

LE ALTRE PRATICHE

Il Consiglio ha approvato ieri poi anche il bilancio di previsione dell’Arsac, alcune modifiche alla Disciplina del Consorzio del Bergamotto e una legge quadro, proposta dai consiglieri Pierluigi Caputo e Antonio Montuoro, che in circa 80 articoli detta nuove norme per la tutela delle aree protette e della biodiversità calabrese. Licenziata anche la proposta di legge Cirillo che modifica la norma del 2020 sulle comunità energetiche, introducendo, tra le altre cose, un servizio di assistenza tecnica per i Comuni.

L’assessore Rosario Varì ha annunciato al riguardo anche uno stanziamento di 40 milioni di euro, sui fondi europei 21/27, a supporto delle comunità energetiche. Approvati infine l’ordine del giorno proposto da Domenico Giannetta sugli interventi di manutenzione della galleria Limina Ss 682, la mozione Laghi a tutela del lupo e quella di Pasqualina Straface per l’istituzione di un osservatorio sulle dipendenze patologiche. Via libera del Consiglio anche alla mozione Bevacqua-Graziano sulla Sila-Mare.

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