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La tendopoli di San Ferdinando

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SAN FERDINANDO (REGGIO CALABRIA) – Ancora tensione fra i 450 migranti della tendopoli di San Ferdinando, per lo più braccianti nei campi e ora disoccupati a causa dell’emergenza sanitaria. Qualche giorno fa alcuni di loro hanno rifiutato i pasti caldi della Protezione civile chiedendo altri aiuti.

Nelle scorse settimane erano state adottate misure di prevenzione del contagio, con la sanificazione delle tende.

«Oltre all’informativa sulle basilari norme igieniche e di prevenzione, sono stati distribuiti gel igienizzante e guanti», spiega Celeste Logiacco, segretaria della Cgil di Gioia Tauro che continua: «Alla prefettura il sindaco di San Ferdinando ha chiesto l’invio di ulteriori tende e bagni da allestire all’esterno della tendopoli per poter isolare eventuali casi di contagio o un potenziale ospedale da campo. Arriverà in questi giorni un termoscanner. E’ stata istituita, su base volontaria, la raccolta di derrate alimentari, beni di prima necessità e sapone liquido, così come un registro per monitorare eventuali arrivi dalle zone a rischio e gli spostamenti».

Ci si sta, insomma, attrezzando anche grazie a Medici senza frontiere e Emergency. Per Potere al popolo, «l’unica risposta istituzionale che è arrivata è stata la cucina da campo. Quello che invece ci chiediamo e ci chiedono molti migranti è se le prescrizioni comportamentali e igieniche dettate dall’emergenza valgano anche per loro e, se sì, chi debba farle rispettare. Si dorme in 6-7 in una tenda e i servizi igienici sono 7 per quasi 500 persone».

Logiacco ricorda che si stanno distribuendo volantini e informazioni tradotte in più lingue, sui rischi del contagio, agli sportelli nella tendopoli, nei vari accampamenti della Piana, nelle sedi del sindacato e nei comuni di Rosarno, San Ferdinando e Taurianova. Inoltre, si sta distribuendo gel disinfettante e guanti, mentre «è stato estremamente difficile reperire e distribuire le mascherine», conclude.

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