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Personale della Dia

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REGGIO CALABRIA – Grazie alla commercializzazione del gambero viola e del pescato delle paranze di Cariati, a Roma i tentacoli della cosca Alvaro di Sinopoli si intrecciavano e si confondevano con quelli del “locale” di ‘ndrangheta di Cirò. Il settore ittico è una delle filiere commerciali invase dalla ‘ndrangheta, come emerge dalle carte dell’inchiesta della Dia che ha condotto l’operazione Propaggine.

Uno dei presunti capi del “locale” di Roma, Vincenzo Alvaro, avrebbe, infatti, concluso accordi commerciali sulla base di vincoli mafiosi con Giuseppe Spagnolo, detto “u banditu”, nella qualità di referente della cosca Farao Marincola non solo per quanto concerne gli affari del pescato della marineria di Cariati, ma anche il ritiro di olii esausti vegetali nella zona di Roma e di sottoprodotti di origine animale e di pelli grezze dai macelli calabresi. Proprio Spagnolo è stato filmato più volte durante incontri presso i ristoranti gestiti dalla cosca, tra cui l’Angoletto e Al Binario. Ben cinque ne sono stati documentati.

Il 18 ottobre 2016 Alvaro, per esempio, organizzava una cena all’Angoletto al fine di suggellare una collaborazione commerciale nel settore della commercializzazione del pesce a Roma, alla quale partecipavano oltre ai suoi soci di fatto anche Spagnolo, con Luigi Muto, giovane cutrese ma affiliato ai cirotani, e Martino Cariati, un altro pezzo grosso dei Farao.

Un accordo schermato dalla società riferibile alla moglie di Marco Pomponio, socio di Alvaro, che avrebbe avuto l’esclusiva di questo pesce al mercato ittico di Roma, imponendo un prezzo monopolizzante il settore. Gli incontri proseguono fino all’arresto di Spagnolo, nel gennaio 2018, nell’operazione Stige, nel cui conseguente processo verrà condannato insieme agli altri due. Il 6 giugno 2017 il nuovo summit. Gli affari proseguivano, infatti, non senza criticità, soprattutto per la quantificazione della parte di prezzo dovuta a Spagnolo per ogni fornitura del pesce al mercato di Roma da parte della società di fatto esistente tra Alvaro e Pomponio, la Cala Roma srl e poi anche la Fish Roma. Gli affari tra le due cosche si sarebbero sviluppati attraverso altre due alleanze nel settore dei rifiuti. Alvaro avrebbe fatto entrare persone legate a Spagnolo nella società Ormas e a sua volta avrebbe operato in Calabria nel settore della raccolta di pelli e carcasse di animali mediante una società in cui figuravano persone vicine a Spagnolo (Centro pelli srl).

Che il rapporto avesse implicazioni importanti per i due referenti criminali, sarebbe provato, secondo la Dia, dalla presenza di Spagnolo al matrimonio della figlia di Alvaro. Una celebrazione rilevante non solo per quello che rappresenta nel codice ‘ndranghetistico ma anche per il linguaggio del corpo con tanto di passeggiata sottobraccio, davanti a tutti gli ospiti.

Il 24 giugno 2017 attraverso videoriprese, nella sala dei ricevimenti di Villa dei desideri, a Cerveteri, viene monitorato un matrimonio con 500 invitati e agli 007 della Dia non sfugge la camminata dei due capi che «appare un omaggio che i due si stavano vicendevolmente scambiano accreditando agli occhi degli astanti e degli ospiti, l’alleanza criminale tra le due ‘ndrine».

Il 12 novembre 2017 si registra il quarto incontro al Binario dove Alvaro mette a disposizione di Spagnolo e dei suoi due guardia spalle e l’auto che solitamente utilizzava, facendola guidare al fidatissimo nipote Bruno Palamara, che già aveva partecipato alla “mangiata” organizzata dai capi della cosca romana per ricevere nuove “doti” di ‘ndrangheta. Il 30 novembre 2017 quinto e ultimo incontro romano tra Spagnolo e Alvaro. Il primo, pur ammettendo screzi subiti dai suoi uomini, si rimette ad Alvaro dicendo che, proprio per l’amicizia che lo legava a questi, avrebbe operato per sempre per suo conto, fino “alla morte”, nel campo delle pelli e degli olii esausti.

«Sono venuto per due cose qua… primo per chiarire queste cose con compare Vincenzo…. preferisco più l’amicizia del compare Vincenzo che questo immondezzaio… a me mi dovete mandare a chiamare solo se avete bisogno voi e c’è qualche imbascisata da fare sotto (in Calabria) che vi servo fino alla morte». Il 4 dicembre 2017 proprio al Binario gli indagati trovano le microspie.

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