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Antonio Strangio

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È rientrato in Italia il latitante di ‘ndrangheta Antonio Strangio catturato a Bali in Indonesia nelle scorse settimane

RIPORTATO in Italia dalla polizia indonesiana Antonio Strangio, il pericoloso latitante di ‘Ndrangheta fermato a Bali nel febbraio scorso. Viveva in Australia dal 2016. A tradirlo la voglia di farsi una vacanza al mare e la tranquillità di passare inosservato tra i tanti turisti.

È il quarantatreesimo criminale catturato nel mondo in meno di 3 anni. Un successo frutto della strategia promossa dal Dipartimento della Pubblica Sicurezza italiana insieme ad Interpol con il progetto I CAN (Interpol Cooperation Against ‘Ndrangheta).

«Li cattureremo tutti, è solo questione di tempo. Stiamo lavorando da tre anni con le forze di polizia di tredici Paesi del mondo che prima non ne conoscevano la pericolosità». Ha detto il Prefetto Vittorio Rizzi, Direttore centrale della polizia criminale e ideatore del Progetto I CAN.

«Il compito delle forze di polizia non si esaurisce però con la cattura dei criminali. Dobbiamo togliere ossigeno alle mafie colpendo i patrimoni illeciti che hanno accumulato in tutto il mondo restituendoli alle comunità. Stiamo lavorando con tutti gli strumenti, sia penali che amministrativi, in Italia e nel mondo». Obiettivo «prevenire e contrastare l’infiltrazione della criminalità organizzata nel tessuto economico. È una sfida che non possiamo perdere perché è in gioco la nostra rinascita, anche attraverso i fondi del PNRR» continua il Prefetto Rizzi.

L’Italian initiative presentata dalla Direzione centrale della polizia criminale alla European Network on the Administrative Approach (ENAA) serve a favorire uno scambio di informazioni tra i Paesi europei in via amministrativa. La strada più veloce per restituire alla società le risorse accumulate dalla criminalità organizzata. Iniziativa che è stata subito accolta dalla presidenza di turno svedese del Consiglio dell’Unione europea, considerando l’approccio amministrativo per il contrasto al crimine organizzato la priorità del proprio mandato.

Le tracce finanziarie, secondo quel ‘follow the money’ indicato dal giudice Giovanni Falcone, non deve limitarsi ai confini dell’Unione europea ma servono strumenti che possano valere in tutti i continenti. E risponde a questa strategia la risoluzione proposta dall’Italia, presentata dal Prefetto Rizzi alla novantesima Assemblea Generale di Interpol. Risoluzione approvata all’unanimità. In pratica prevede l’introduzione della Silver Notice nelle banche dati a disposizione delle forze di polizia. Il tutto per agevolare il sequestro e la confisca dei patrimoni illeciti della la criminalità organizzata.

“Le forze di polizia italiane hanno lavorato insieme perché nel quadriennio in corso (2022-2025) fosse inserita per la prima volta come priorità europea l’High Risk Criminal Network, che accende finalmente un faro sul pericolo globale rappresentato dalle organizzazioni di stampo mafioso. Il prossimo anno, nel 2024, l’Italia riceverà il testimone dal Belgio, co-driver della stessa azione, per assumerne la guida operativa e per pianificare i finanziamenti europei stanziati per prevenire e contrastare il narcotraffico, l’immigrazione clandestina, la tratta degli esseri umani, le frodi il riciclaggio messi in atto dalla criminalità organizzata” chiude il Prefetto Rizzi.

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