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Dopo quattro anni dalla morte di Matteo Armellini, cambia il giudice del processo. La Slc Cgil: «Il protrarsi dei tempi processuali rischia che non venga fatta giustizia»

ROMA – «Apprendiamo che il processo per la tragica morte di Matteo Armellini, deceduto nel marzo del 2012 mentre allestiva il palco per un concerto di Laura Pausini a Reggio Calabria, è stato riassegnato ad altro giudice. Il protrarsi dei tempi processuali rischia che non venga fatta giustizia, fatto che sarebbe assai grave».

Lo dichiara in una nota Emanuela Bizi, segretaria nazionale Slc Cgil. Che aggiunge: «La madre coraggiosa del ragazzo ha rifiutato una ingente somma di denaro (LEGGI) proprio per accendere un faro sulle condizioni in cui troppo spesso si opera in questo settore».

Per il processo, era stato disposto il rinvio a giudizio per sette persone (LEGGI) ed era stato citato in giudizio anche il Comune di Reggio Calabria (LEGGI).

«Mancano norme legislative e controlli che sappiano rispondere alle esigenze di chi monta palchi ed attrezzature non solo per i concerti, ma anche per riprese e spettacoli in genere – prosegue la sindacalista – Per fortuna gli incidenti gravi non sono frequenti, ma è davvero indispensabile lanciare un grido di allarme affinché il legislatore e il sistema dei controlli accendano un faro sulle condizioni degli operatori e degli artisti».

«Aver introdotto i voucher e aver deciso che in questo caso non è più necessario chiedere le agibilità rischia di aggravare ulteriormente le problematiche. Chiediamo con forza che venga fatta giustizia per la morte di Matteo e siamo a fianco della madre in questa giusta battaglia», conclude Bizi.

La madre del giovane aveva anche chiesto chiarezza (LEGGI) al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.

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