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L’operazione “Fata Morgana” tira in ballo i rapporti tra l’ex deputato e diversi personaggi politici

REGGIO CALABRIA – Paolo Romeo, ex deputato del Psdi, riusciva a gestire gli affari economici e imprenditoriali, ma anche a condizionare le scelte politiche a Reggio Calabria. Il potere dell’uomo politico ed imprenditore emerge dal provvedimento di fermo della Dda di Reggio Calabria (LEGGI I PARTICOLARI DELL’OPERAZIONE), nel quale Romeo viene descritto come colui che indica, sponsorizza, promuove personaggi politici. E sono tanti ad essere citati nei suoi contatti. Eppure il suo curriculum è corposo: dalla sua partecipazione ai movimenti della destra extraparlamentare all’elezione nel 1992 nel Psdi, prima di passare al Partito Radicale, fino alla condanna per concorso esterno in associazione mafiosa. Tanti i legami ed i rapporti, dunque.

Secondo i magistrati reggini, infatti, a Romeo sarebbero legati Alberto Sarra e gli assessori comunali Francesco Germanò e Amedeo Canale, ma anche l’assessore provinciale Antonio Franco. Romeo avrebbe avuto anche “un ruolo determinante nella scelta del presidente del Consiglio comunale, Aurelio Chizzoniti”, persona di sua fiducia – scrivono i magistrati – indicato espressamente da Romeo per ricoprire il delicato incarico in quanto definito ‘sua creatura’”.

Ma la posizione di Romeo tira in ballo diversi politici dello Stretto. In una intercettazione telefonica spunta anche il nome del senatore Giovanni Bilardi, quindi i rapporti con l’ex assessore regionale Umberto Pirilli; l’ex presidente della Provincia, Pietro Fuda; gli assessori comunali Manlio Flesca, Michele Raso, Franco Germanò; il consigliere comunale Alfredo Roscitano, ed anche Franco Zoccali, già capo di gabinetto del Comune di Reggio Calabria e direttore generale della Regione Calabria.

Romeo avrebbe avuto nel Circolo Posidonia Asd la sua vera e propria segreteria, messa in piedi come “simulacro formale, funzionale ad occultare il gruppo di persone e di potere”. E tra questi ci sarebbero anche legami con logge massoniche. Tra gli interventi di Romeo anche candidature alle elezioni provinciali per sostenere Raffa.

Tentacoli ovunque, al punto che Romeo viene definito come «interlocutore dei principali protagonisti della vita cittadina» e anche capace di «determinare la nomina ad assessore di “Edy”, agevolmente identificabile nell’assessore provinciale Edoardo Lamberti Castronuovo». Talmente tanti rapporti e interlocuzioni che i magistrati hanno deciso di mettere per iscritto i nomi di quei politici coinvolti. Dal senatore Bilardi al senatore Domenico Scilipoti, dal senatore Antonio Caridi al consigliere regionale Aurelio Chizzoniti. Ed ancora, l’ex consigliere regionale Giovanni Nucera; il funzionario della Regione e segretario regionale Ugl, Giovanni Pontari; l’ex assessore regionale Luigi Fedele; l’ex assessore regionale Demetrio Arena; l’ex assessore regionale Michele Trematerra; l’ex assessore regionale Mario Caligiuri; l’ex consigliere regionale Giuseppe Giordano; l’ex consigliere regionale Pasquale Tripodi; l’ex consigliere regionale Demetrio Naccari Carlizzi, ma anche tanti dirigenti e funzionari. A loro Romeo si sarebbe rivolto per chiedere e sollecitare interventi di vario genere.

Un normale rapporto politico, si penserà, ma segnato da un dato di fatto: Romeo è stato travolto da diverse inchieste giudiziarie ed in un caso, in particolare, condannato in via definitiva con una sentenza pronunciata dalla Cassazione nel febbraio 2004 per concorso esterno in associazione mafiosa.

Un interlocutore “pericoloso”, dunque, per tanti politici che, però, non esitavano a dialogare continuamente con lui. D’altronde, lo stesso procuratore Federico Cafiero de Raho che ha sottolineato come in tanti avrebbero continuato a legittimare la posizione e il ruolo di Romeo: «Sorprende che l’avv. Romeo – ha detto il procuratore – sia ancora baricentro di rapporti che presiedono le più importanti proiezioni economiche nella città di Reggio Calabria nonostante in passato egli sia stato condannato per concorso esterno in associazione mafiosa».  Nonostante tutto.

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