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Parte della cocaina sequestrata (foto A. Sapone)

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Dal procuratore di Reggio Calabria elogi alla Guardia di Finanza: «Eravamo certi che su quella nave ci fosse la droga»

REGGIO CALABRIA – «Credo che la Msc debba fornire qualche spiegazione sui motivi dell’imbarco di un capitano marittimo già in pensione al comando della nave Po Lin».

Lo ha detto il procuratore di Reggio Calabria Federico Cafiero de Raho, dopo la scoperta nel porto di Gioia Tauro di 83 chilogrammi di cocaina pura sequestrati dalla Guardia di finanza dopo il sequestro della nave transoceanica ed il controllo di ben 1500 container (LEGGI).

«Pensavano – ha aggiunto – di averla fatta franca ma la sagacia e la professionalità degli uomini delle fiamme gialle hanno avuto partita vinta. Eravamo certi della presenza del carico di cocaina sulla nave perché siamo riusciti a decrittare il codice di comunicazione usato dal gruppo criminale seguendo un corriere che era dall’Italia per giungere a Seattle con l’obiettivo di consegnare un telefono portatile Blackberry proprio al comandante Gabriello Savarese, originario di Vico Equense, arrestato, imbarcato proprio sulla ‘Po Lin’. La Guardia di Finanza, sommozzatori, Gico, Roan, Goa, reparto cinofilo – ha sottolineato Cafiero de Raho – ha conseguito un risultato davvero straordinario esfiltrando la nave pezzo dopo pezzo, sino a raggiungere l’obiettivo».

«E’ stato un lavoro non facile – ha detto il gen. Gianluigi Miglioli comandante regionale della GdF – ma attuato con pervicacia ed a stretto, continuo, contatto con il Procuratore de Raho».

«Non ce n’é per nessuno – ha detto il procuratore aggiunto Gaetano Paci -. Questa Procura esercita il controllo della legalità a 360 gradi, sia che si tratti di “colletti bianchi” o di criminali mafiosi. I Piromalli, con gli Alvaro, i Crea ed alcune “famiglie” della ionica reggina, avevano messo in piedi un “cartello” unico per l’acquisto di ingenti quantitativi di cocaina dal centro e dal sud America, trovando il canale giusto, e stavano per recuperare il primo carico. Con un peschereccio che si era avvicinato alla ‘Po Lin’, subito però allontanatosi per il sopraggiungere di un veliero che aveva destato il sospetto proprio del capitano Savarese. Per depistare le indagini usavano un codice speciale che siamo riusciti a decifrare, di cui una copia ritrovata in possesso del comandante della nave. Posso anche confermare che i fermi sono stati accolti e tramutati in ordinanze. Un pieno accoglimento da parte del giudice di merito di quanto siamo riusciti a far emergere grazie ad un lavoro duro e insidioso». 

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