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I priovvedimenti hanno colpito le disponibilità di due imprenditori, Nicola Romano e Domenico Barbieri

ROMA – La Direzione Investigativa Antimafia di Reggio Calabria ha dato esecuzione a due decreti di confisca di beni nei confronti di Nicola Romano, 68 enne nativo di Antonimina, in provincia di Reggio Calabria, operaio forestale ma di fatto imprenditore nei comparti del taglio e della lavorazione del legno, nonché della produzione di calcestruzzo, e di Domenico Barbieri, imprenditore 59 enne reggino.

Romano è stato arrestato nel 2012 nell’ambito dell’operazione ”Saggezza”, condotta da personale dell’Arma dei carabinieri di Reggio Calabria, per aver ricoperto un ruolo di primissimo piano nel sodalizio criminale ‘ndranghetista egemone ad Antonimina. Fu condannato in primo grado alla pena di venti anni e dieci mesi di reclusione, per associazione mafiosa ed altri reati.

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Con il provvedimento, emanato a seguito di approfondite attività investigative condotte dal Centro Operativo Dia di Reggio Calabria, è stata disposta la confisca di 4 società di Antonimina, operanti nei settori del commercio e lavorazione del legname, nonché della produzione del calcestruzzo, di 47 immobili, tra cui 31 appezzamenti di terreno, di 7 appartamenti, di un capannone adibito a stabilimento industriale di circa 900 mq, di diversi magazzini e fabbricati rurali e di disponibilità finanziarie aziendali e personali, per un valore stimato in oltre 13 milioni di euro. Romano è stato sottoposto alla misura della sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno per la durata di 5 anni.

L’altra misura di prevenzione ha riguardato Domenico Barbieri, arrestato nel 2010 nell’ambito dell’operazione “Meta” e condannato nel 2013 dalla Corte d’Appello di Reggio Calabria a 5 anni e 10 mesi di reclusione. Il Tribunale di Reggio Calabria-sezione misure di prevenzione, ha disposto nei suoi confronti, la confisca dei beni a lui riconducibili: 4 immobili nel comune di Villa San Giovanni e 8 terreni nel comune di Catona di Reggio Calabria, per un valore stimato di oltre 2 milioni di euro, ed ha applicato allo stesso la misura della sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno per 3 anni e 6 mesi.

Queste confische costituiscono l’ultimo atto di una lunga serie di attività eseguite dal Centro Operativo Dia di Reggio Calabria e dalla dipendente Sezione Operativa di Catanzaro nei confronti di organizzazioni ‘ndranghetistiche che, nell’ultimo biennio 2015-2016, hanno condotto complessivamente al sequestro/confisca di beni il cui valore è stimato in oltre 1 miliardo di euro ed alla presentazione di 19 proposte di applicazione di misure patrimoniali reali. Particolarmente intensa è stata, anche, l’attività di investigazione svolta in Calabria dalla Dia in materia di prevenzione sulle infiltrazioni mafiose nel settore degli appalti. Nel corso del 2016 sono state eseguite 5597 informazioni antimafia e 10 accessi ai cantieri. Infine sono state approfondite nel biennio 2015-2016 193 segnalazioni di operazioni finanziarie sospette. 

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