X
<
>

Il momento del baciamani al boss Giuseppe Giorgi

Share
2 minuti per la lettura

CATANZARO – Un gesto che ha scatenato le reazioni più o meno indignate di tutte le istituzioni (LEGGI ALCUNE DELLE REAZIONI) ma che, stando a quanto dichiarato dall’autore dell’accaduto, è capitato per puro caso. Il “famoso” baciamano al boss Giuseppe Giorgi (LEGGI LA NOTIZIA) arrestato alcuni giorni fa in casa propria dove, all’occorrenza si nascondeva all’interno di un mini bunker sopra il camino, sarebbe frutto dell’enfasi provata nel salutare un’amico che da ventanni non veniva incontrato. A spiegare l’accaduto è, appunto, il protagonista Antonio Vottari raggiunto dalle telecamere del TgRai Regionale. 

LEGGI TUTTE LE NOTIZIE SU GIUSEPPE GIORGI

«Io – ha spiegato Vottari – non avevo alcuna intenzione di baciare la mano a Giorgi. Volevo solo salutarlo e abbracciarlo perché non lo vedevo da 20 anni e perché le nostre famiglie hanno rapporti da molto tempo. Per me è un amico fraterno. Chiedo scusa ai miei paesani per avere combinato questo casino. E anche alle istituzioni perché io vivo da sempre nella legalità».

[editor_embed_node type=”photogallery”]78218[/editor_embed_node]

 

Antonio Vottari ha poi voluto chiarire che quanto accaduto «è stata una cosa non voluta. Io ho sempre lavorato onestamente, i miei paesani sanno tutto di me, non sono mafioso e non copro nessuno. Sono pentitissimo di quello che ho fatto perché non era mia intenzione fare un gesto del genere. Un gesto insano, se potessi tornare indietro non rifarei il baciamano, ma un abbraccio glielo darei ben volentieri».

LEGGI L’EDITORIALE DEL DIRETTORE
ROCCO VALENTI 
SUL BACIAMANO A GIORGI 

«Io e Giorgi – ha aggiunto Vottari – abbiamo rapporti anche come famiglie da molti anni. Suo padre ha battezzato mia sorella, mia sorella ha battezzato lui. Giorgi non aveva bisogno certo del baciamano».

GUARDA IL VIDEO DELL’ARRESTO, DEL COVO
E DEL PICCOLO TESORO DEL BOSS TROVATO IN CASA

In conclusione, poi, l’uomo ha precisato che «non sta a me giudicare se Giuseppe Giorgi è un boss o non è un boss. Per me è solo un amico fraterno. Qui, però, ormai, bisogna stare attenti. Qualsiasi cosa si fa, si massacrano le persone. A San Luca non viviamo più tranquillamente perché siamo tutti etichettati come mafiosi. Ed è una cosa che ci fa male».

LEGGI LA RIFLESSIONE DI ROBERTO MARINO
SUL CASO DEL BACIAMANO A GIORGI

Share

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

Share
Share
EDICOLA DIGITALE