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Una piantagione di marijuana

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SINOPOLI (REGGIO CALABRIA) – Il latitante con la passione dell’agricoltura. La scoperta è stata fatta a Sinopoli (Reggio Calabria), in contrada Zoccalì, dove i carabinieri della locale Stazione e dello Squadrone, con il supporto di personale del Commissariato di Palmi, hanno individuato e arrestato il latitante Antonio Romeo 37enne di Sinopoli e un suo complice, Antonio Forgione, 20enne di Taurianova.

I due sono stati sorpresi mentre erano intenti a prendersi cura di una piantagione di marijuana occultata in un’impervia area boschiva: le circa 100 piante di canapa, da 1 metro e mezzo di altezza e dal peso complessivo di 60 chili, avrebbero fruttato, sul mercato illecito degli stupefacenti, circa 100.000 euro.

Forgione è già noto alle forze di polizia, per diversi precedenti penali per reati contro il patrimonio ed in materia di armi. Di caratura criminale indubbiamente superiore è, però, Romeo che come il giovane complice è, ufficialmente, un bracciante agricolo, ma ha alle spalle un’importante serie di precedenti penali specifici.

Il suo ”pollice verde”, infatti, trova sfogo soprattutto nella coltivazione di canapa indiana. Quasi esattamente un anno fa, fu una piantagione a tradirlo, quella volta a Bagnara Calabra, quando, insieme ad un altro complice, fu sorpreso in flagranza con 100 piante di marijuana ed arrestato dai Carabinieri della locale Stazione in collaborazione con lo Squadrone Cacciatori.

Ma Romeo era, sino ad oggi, soprattutto un ricercato: dallo scorso settembre, infatti, si era reso irreperibile, sottraendosi così al provvedimento di fermo scaturito nell’ambito dell’operazione “Grifone” del Commissariato di Palmi sotto la direzione della Dda di Reggio Calabria. Nell’indagine in questione è indagato, insieme ad altri, per traffico di stupefacenti con l’aggravante del metodo mafioso. I due arrestati sono stati portati presso la locale Casa Circondariale.

Dovranno entrambi difendersi dall’accusa di produzione, coltivazione e traffico di stupefacente in concorso. Forgione dovrà rispondere anche di favoreggiamento personale, avendo, con la sua condotta, aiutato il complice a sottrarsi alle ricerche.

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