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Il Center Stock di Reggio, tra i beni confiscati

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REGGIO CALABRIA – Una maxi confisca è stata messa a segno dalla Direzione investigativa antimafia di Reggio Calabria per un valore di oltre 25 milioni di euro nei confronti di Michele Serra, 51 anni, imprenditore reggino molto noto nel settore del commercio di prodotti casalinghi e alimentari, ritenuto vicino alle cosche di ‘ndrangheta.

LEGGI LA REPLICA DI MICHELE SERRA

A Serra sono stata confiscate cinque aziende, di cui quattro società di capitali e una ditta individuale, tutte con sede a Reggio Calabria e operanti nei settori della vendita al minuto e all’ingrosso di prodotti alimentari e ortofrutticoli, di giocattoli e casalinghi, nonché della ristorazione. In particolare, sono stati confiscati 4 supermercati di rilevanti dimensioni (con marchio Center Stock e Cash & Carry) e magazzini per oltre 3.000 mq di estensione, 7 immobili aziendali e personali, e disponibilità finanziarie. Il valore complessivo supera i 25 milioni di euro. Nei confronti dell’imprenditore è stata disposta anche la misura della sorveglianza speciale di pubblica sicurezza con obbligo di soggiorno nel comune di residenza o di dimora per la durata di 3 anni a partire dal 2018.

In particolare – spiega la Direzione investigativa antimafia di Reggio Calabria – la Sezione misure di Prevenzione ha tenuto conto delle dichiarazioni rese dal collaboratore di giustizia De Rosa Enrico e dalla testimone di giustizia Latella Brunella che hanno fatto luce sulla ‘stretta vicinanza’ di Serra con la cosca della zona sud reggina ‘Labate’. Inoltre, malgrado la recente assoluzione dal reato di intestazione fittizia nell’operazione Fata Morgana, l’organo magistratuale ha ritenuto che i dati emergenti da quel procedimento siano “ulteriormente emblematici, per le caratteristiche dei fatti, della personalità del Serra imprenditore quale soggetto capace di muoversi con abilità e spregiudicatezza nell’ambito della dimensione affaristico-mafiosa”.

Nel maggio 2016 Serra fu coinvolto nell’operazione ‘Fata Morgana’ con l’accusa di intestazione fittizia di beni, con l’aggravante di aver commesso il fatto al fine di agevolare gli interessi nella grande e media distribuzione alimentare della cosca ‘ndranghetista reggina ‘Tegano’. L’imprenditore fu poi assolto nel nel marzo 2018 dal gup di Reggio Calabria. Nell’operazione furono fermati sette tra professionisti e imprenditori collusi con la ‘Ndrangheta e sequestrate varie aziende. Nel marzo del 2017 le indagini svolte dalla Dia sull’intero patrimonio di Serra hanno portato al sequestro di beni aziendali e personali e secondo la confisca di oggi sarebbe stata accertata la “pericolosità sociale qualificata” per la contiguità con soggetti di primissimo piano sia della ‘Ndrangheta reggina che in generale.

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