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Il capogruppo di CdL, Francesco Cannizzaro

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REGGIO CALABRIA – La condanna a due anni di reclusione è stata chiesta dal pm distrettuale di Reggio Calabria Antonella Crisafulli a carico del capogruppo della Casa delle Libertà in Consiglio regionale Francesco Cannizzaro, imputato per corruzione elettorale aggravata dall’avere favorito un’associazione mafiosa.

Il processo è scaturito dall’operazione “Ecosistema” (LEGGI I PARTICOLARI), condotta dai carabinieri lo scorso anno, che, secondo l’accusa, ha fatto emergere il coinvolgimento di amministratori dei comuni di Melito Porto Salvo, Bagaladi, San Lorenzo, Bova Marina, Brancaleone e Motta San Giovanni nella gestione della raccolta dei rifiuti solidi urbani. All’inchiesta ha contribuito un collaboratore di giustizia, Salvatore Aiello, che aveva svelato l’infiltrazione della cosca Paviglianiti negli appalti per il trasporto e il trattamento dei rifiuti.

Cannizzaro, che aveva scelto di essere giudicato con il rito abbreviato, è stato chiamato in causa dal collaboratore insieme ad altri politici ed amministratori per una presunta richiesta di appoggio elettorale alle regionali del 2014.

L’accusa ha chiesto anche la condanna a due anni di reclusione per l’ex assessore regionale dell’Udeur Pasquale Tripodi per lo stesso capo di imputazione di Cannizzaro, mentre per il sindaco di Palizzi, Walter Scerbo, la richiesta è stata di sedici mesi di reclusione.

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