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Il tribunale di Reggio Calabria

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REGGIO CALABRIA – Condanne per quasi trecento anni di reclusione sono state chieste dal procuratore aggiunto della Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria, Giuseppe Lombardo, e dai pubblici ministeri Stefano Musolino e Walter Ignazitto a carico di 38 persone imputate nel troncone del processo ‘Gotha’ che si sta svolgendo con rito abbreviato ed accusate, a vario titolo, di associazione mafiosa, violazione della Legge Anselmi sulle associazioni segrete, estorsione ed intestazione fittizia di beni.

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Al giudice per l’udienza preliminare Pasquale Laganà è stata chiesta, in particolare, la condanna a 20 anni per l’avvocato Giorgio De Stefano, ritenuto uno dei vertici della ‘cupola’ della ‘ndrangheta di Reggio Calabria, in atto detenuto.

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Stessa richiesta anche per Antonino Nicolò, detto «pasticcino», per i fratelli Domenico e Mario Stillitano e per Roberto Franco. Diciotto anni sono stati chiesti per Antonio Idone, ex consigliere di amministrazione di Fincalabra spa e ritenuto dagli inquirenti persona di fiducia dell’ex parlamentare Paolo Romeo, imputato in stato di detenzione (LEGGI) nel troncone del processo in corso col rito ordinario.

Quindici anni di carcere sono stati chiesti inoltre per Dimitri De Stefano, figlio del defunto boss Paolo De Stefano; 12 anni e sei mesi per Antonio Inuso, funzionario della Corte d’appello di Reggio Calabria, ed otto anni per l’ex sindaco di Villa San Giovanni Antonio Messina.

Nel processo con rito ordinario sono inoltre imputati l’ex senatore Antonio Caridi e l’avv. Alberto Sarra, assessore nella Giunta regionale di cui era presidente Giuseppe Scopelliti. La condanna ad un anno è stata chiesta poi per il collaboratore di giustizia Roberto Moio, nipote del boss detenuto Giovanni Tegano. Due gli imputati per i quali è stata chiesta l’assoluzione, il commercialista Michele Serra e l’avvocato Paola Colombini. 

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