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REGGIO CALABRIA – Si avvia a conclusione il processo a carico dell’ex ministro Claudio Scajola scaturito nell’ambito dell’operazione “Breakfast” e che vede imputata, tra gli altri, anche Chiara Rizzo, la moglie dell’imprenditore reggino Amedeo Matacena, già parlamentare di Forza italia.

Il pubblico ministero che sostiene l’accusa in seno al processo, Giuseppe Lombardo, ha chiesto la condanna a 4 anni e mezzo per Claudio Scajola e a 11 anni e mezzo per Chiara Rizzo.

Nel corso della requisitoria Lombardo, però, ha anche chiesto di escludere l’aggravante mafiosa a carico dell’ex Ministro dell’Interno Claudio Scajola, attuale sindaco di Imperia.

Insieme a Scajola sono imputati nel processo, con l’accusa di procurata inosservanza della pena in favore dell’ex parlamentare di Forza Italia Amedeo Matacena – latitante a Dubai e condannato definitivamente a tre anni di reclusione per concorso esterno in associazione mafiosa – Chiara Rizzo, moglie di Matacena, Maria Grazia Fiordelisi e Martino Politi, collaboratori della famiglia Matacena.

Dal canto suo Scajola, in relazione alla richiesta ha dichiarato che «quella che è stata formulata è la richiesta dell’accusa. Che ha già quanto meno rivisto il suo stesso piano accusatorio iniziale. Ne prendiamo atto. Dopo 5 anni di vivisezioni e udienze fiume, spesso assai fantasiose – ha aggiunto Scajola – dal canto mio non posso fare altro che ribadire lo stesso concetto: sì, ho provato a interessarmi per sapere se esisteva la possibilità legale dell’asilo politico a Matacena. Asilo peraltro mai ottenuto. Ma mi pare che tutto questo sia già emerso chiaramente nelle 102 udienze fin qui dibattute». Ora «siamo arrivati finalmente alle conclusioni del pubblico ministero, che non ha assolutamente guardato l’esito del processo e delle
testimonianze. Di positivo, se così possiamo dire – ha aggiunto Scajola –
c’è che il castello accusatorio principale nei miei confronti è
già caduto nella sua stessa richiesta. Sul resto, ribadiremo
punto per punto, con i miei avvocati, tutto ciò che non è stato
considerato da parte del pm».

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