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Una piantagione di marijuana a Taurianova

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REGGIO CALABRIA – Nelle prime ore di oggi, nelle province di Reggio Calabria, Chieti e Milano, i carabinieri del comando provinciale di Reggio Calabria, con il supporto dello squadrone eliportato Cacciatori Calabria, del nucleo cinofili di Vibo Valentia e dei comandi arma competenti per territorio, hanno dato esecuzione a una ordinanza di applicazione di misura cautelare personale, emessa dal Tribunale di Palmi su richiesta della locale Procura della Repubblica nei confronti di 7 persone (di cui 5 in carcere, 1 agli arresti domiciliari e 1 all’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria) ritenute responsabili, a vario titolo ed in concorso tra loro, di coltivazione, detenzione, vendita e acquisto di ingenti quantitativi di sostanze stupefacenti.

L’operazione, convenzionalmente denominata “Dioniso”, giunge all’esito di una articolata attività investigativa condotta dalla compagnia carabinieri di Taurianova, sotto il coordinamento della procura della Repubblica di Palmi, pm Davide Lucisano, tra il gennaio 2019 e il maggio 2020 e supportata da ampie attività di intercettazione telefonica e ambientale, videoregistrazioni, servizi di osservazione e pedinamento, nonché altre metodologie d’indagine tradizionali.

Gli indagati hanno utilizzato anche terreni in disuso nella Piana di Gioia Tauro per la coltivazione di estese piantagioni di marijuana, una delle quali è stata rinvenuta e sequestrata dai carabinieri della compagnia di Taurianova in una zona rurale di Cittanova nel luglio 2019, quando furono arrestati in flagranza quattro giovani taurianovesi, S. G. classe 1987, S.G. classe 1993, A.C. classe 1991 e M.P. cl. 1989, sorpresi a curare circa 3.200 piante di marijuana di altezza variabile tra i 50 e 150 cm, dalle quali, come emerso dai successivi accertamenti tecnici, sarebbero state ricavate oltre 541.000 dosi medie singole di stupefacente.

Gli stessi, come accertato, avevano principalmente funzioni esecutive nella coltivazione delle piante, per conto dei due indagati S.G. e S.G., dominus degli affari, questi ultimi importanti intermediari in un ampio mercato illegale di droga con la partecipazione e collaborazione, a vario titolo, dei restanti odierni arrestati.

Nel corso delle attività, infatti, tra i pregiudicati dei due versanti della provincia reggina sono stati documentati plurimi accordi illeciti di compravendita di vari quantitativi di marijuana (fino a 150 kg per cessione) da immettere nel mercato nazionale, nonché singole vendite al dettaglio, sia di marijuana ma anche di cocaina, ad indicazione di una diversificata disponibilità di droga e una pluralità di canali di approvvigionamento e vendita.

Significativa in tale contesto il ruolo del brancaleonese M.F., il quale, in più circostanze, ha ceduto svariati quantitativi di sostanza stupefacente agli altri indagati, in qualità di affidabile soggetto ben inserito nella rete di spaccio.

Solo pochi giorni prima dell’odierna operazione, M.F. è stato tratto in arresto in flagranza di reato insieme alla moglie venticinquenne B.V., dai carabinieri a Bianco in quanto fermato a bordo della sua macchina mentre era in viaggio con i figli minorenni e trovato in possesso di circa 200 gr di cocaina, ben occultati all’interno di una scatola di riso, a dimostrazione di una continuità e attualità delle condotte criminose.

Gli indagati hanno operato in maniera professionale e imprenditoriale, evitando conversazioni telefoniche anche per semplici incontri al fine di eludere le investigazioni e, prima di giungere all’accordo conclusivo di una cessione, venivano spesso consegnati campioni di sostanza stupefacente presso il capannone industriale di Rizziconi – monitorato costantemente dai Carabinieri della Stazione di San Martino di Taurianova – persino tramite soggetti minorenni.

Tra l’altro, alcuni degli indagati sono legati tra di loro da legami di parentela a conferma dell’esistenza di una struttura fondata su forti ed impermeabili vincoli di sangue, anche per la conduzione di singole attività delittuose.

Alcuni degli africesi arrestati, inoltre, sono ritenuti contigui per vincoli di parentela e frequentazioni con soggetti appartenenti alla locale cosca di ‘ndrangheta Morabito-Bruzzaniti-Palamara, a conferma della loro pericolosità.

Significativo anche l’arresto del catturando S.A. cl. 82, pregiudicato e anch’egli contiguo alla cosca di ‘ndrangheta Morabito-Bruzzaniti-Palamara di Africo, figlio dell’odierno arrestato Bruno, il quale, nel maggio del 2019, era evaso dai domiciliari ad Africo per altri reati, per fuggire e trovare rifugio a Roma, dove, in breve tempo, è stato però individuato, localizzato e catturato, proprio su indicazione dei Carabinieri della Stazione di San Martino di Taurianova, grazie al monitoraggio svolto nel corso dell’attività.

Le indagini dei carabinieri della compagnia di Taurianova hanno consentito di disarticolare, nelle diverse fasi, una vera e propria filiera di produzione, coltivazione, lavorazione e commercio di marijuana e cocaina, con l’immissione nel mercato illegale di ingenti quantitativi di sostanze stupefacenti, con conseguenti lauti illeciti profitti per il gruppo criminale.

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