Il procuratore di Reggio Calabria Giovanni Bombardieri
1 minuto per la letturaREGGIO CALABRIA – E se il senatore forzista Marco Siclari afferma di essere stato «condannato per non aver commesso il fatto», il procuratore Giovanni Bombardieri, ribatte: «come sempre non commentiamo le sentenze, ma dal dispositivo letto, ieri, dal giudice sembra emergere chiaramente il riconoscimento della fondatezza dell’impianto accusatorio».
Il gup del Tribunale di Reggio Calabria, Maria Rosa Barbieri, al termine del processo con rito abbreviato, ha condannato il parlamentare di Forza Italia, a 5 anni e 4 mesi, con l’accusa di voto di scambio ipotesi emersa nel corso delle indagini svolte dalla Dda, nella zona di Sant’Eufemia in Aspromonte, Sinopoli e San Procopio.
In tale area montana del reggino agisce il clan Alvaro che alle elezioni politiche di tre anni fa, secondo la ricostruzione dei pm antimafia, avrebbe appoggiato la candidatura al Senato di Siclari. La condanna del giudice nei confronti del senatore è andata oltre la richiesta formulata dalla procura distrettuale, che aveva sollecitato una pena di 4 anni di reclusione. Il gup, invece, ha inflitto un anno e 4 mesi in più della richiesta avanzata dal pubblico ministero.
Nel febbraio del 2020 il gip aveva disposto gli arresti domiciliari per Siclari ma la Giunta per le autorizzazioni a procedere del Parlamento non prese nessuna decisione in merito. «Come nelle migliori tradizioni ‘ndranghetiste – sottolineava il giudice per le indagini preliminari nell’ordinanza cautelare – anche la politica, tutta, è terreno elitario di interesse mafioso».
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