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REGGIO CALABRIA – Il secondo provvedimento cautelare eseguito questa mattina dai carabinieri di Reggio Calabria (LEGGI LA NOTIZIA DELLE DUE OPERAZIONI) rientra nell’ambito dell’operazione denominata Fullones, dal modo in cui venivano appellati coloro che lavavano i tessuti nell’antica Roma, ed è strettamente collegato al primo, l’operazione Random (SCOPRI I DETTAGLI DELL’OPERAZIONE RANDOM).

Il provvedimento cautelare è il frutto delle indagini dei militari della Stazione Carabinieri di Reggio Calabria – Principale, coordinati dal Procuratore Aggiunto Gerardo Dominijanni e dal Sostituto Procuratore Nunzio De Salvo, che ha avuto inizio nel luglio 2017, allorquando si decise di approfondire in maniera omogenea ed unitaria decine di denunce che pervenivano da numerosi comandi dell’Arma dislocati sull’intero territorio nazionale.

Dall’esame preliminare si è accertato «che tutte le denunce presentate erano caratterizzate dalla medesima condotta delittuosa: le vittime – spiegano gli inquirenti – affermavano sempre di essere state tratte in inganno da mail, pervenute sui propri account di posta elettronica con loghi contraffatti di vari istituti di credito, che le invitavano ad inserire i dati riservati per l’accesso ai propri conti correnti in maschere del tutto similari a quelle realmente in uso alle pagine home banking dei loro istituti di credito (cd. phishing). In denuncia le vittime hanno precisato che, già pochi minuti dopo aver comunicato le credenziali di accesso, dai loro conti correnti venivano effettuati uno o più bonifici bancari in favore di altri conti correnti e/o carte prepagate intestate a soggetti a loro sconosciuti, che dai successivi accertamenti sono risultati residenti nella città di Reggio Calabria».

Ma a chiudere il cerchio è stata una denuncia della mattina dell’11 luglio 2017, data in cui la Stazione Carabinieri di Arese (MI) ha trasmesso all’Arma reggina una denuncia, presentata pochi minuti prima, per una sottrazione illecita di 9.300 euro dal conto corrente bancario della vittima, accreditati su di un conto attivato presso un istituto di credito di Reggio Calabria, già in parte prelevati pochi minuti dopo il bonifico presso uno sportello bancomat.

«Accedendo alla filiale – ricostruiscono i militari – presso la quale era avvenuto il prelievo, i Carabinieri hanno acquisito le immagini del circuito della videosorveglianza» riuscendo «a superare il complesso di accortezze (fra le quali, utenze telefoniche non intestate o intestate a terzi estranei all’attività delittuosa, linguaggio criptico delle conversazioni e triangolazioni con altri conti correnti) che gli indagati avevano predisposto per eludere le indagini, permettendo l’identificazione di colui che aveva prelevato il denaro in Luca Adornato».

Gli accertamenti successivi hanno consentito di «documentare il modus operandi del sodalizio, in grado di acquisire da complici al momento non identificati, specializzati nella predisposizione e nell’invio delle false mail apparentemente provenienti da istituti di credito, con le quali si chiede al cliente di collegarsi ad un link e di inserire le proprie credenziali. i codici di accesso ai profili home banking dei correntisti (ed in particolare, nella maggior parte dei casi, di titolari di carte prepagate Postepay Evolution), per poi sostituirsi ai titolari e disporre bonifici non autorizzati in favore di altri conti correnti o carte prepagate; successivamente il danaro veniva prelevato in contanti lo stesso giorno del bonifico e suddiviso, in parte al titolare della carta prepagata, in parte ai componenti dell’associazione e in parte riversata alle organizzazioni specializzate nel “phishing”».

Inoltre, dietro il pagamento di piccole somme, di solito un centinaio di euro, il gruppo criminale si assicurava la collaboriazione di piccoli complici «disponibili ad attivare appositamente una carta prepagata o un conto corrente, ovvero a mettere a disposizione i propri già attivi, per far accreditare sugli stessi le somme dei citati bonifici e consentirne l’immediatamente prelievo».

Sono in corso gli approfondimenti le posizioni di 111 persone che avrebbero attivato conti correnti o carte prepagate, mettendoli al servizio dell’associazione per consentire il transito del denaro, complessivamente quantificato in 171mila euro, sottratto a quasi 200 vittime.

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