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I dubbi sull’impatto del Ponte sullo Stretto sulle coste e il territorio dei tecnici comunali di Villa San Giovanni Bevacqua e Rizzuto


LA CITTÀ di Villa San Giovanni rischia non reggere il peso del Ponte sullo Stretto. Lo ha detto a chiare lettere l’ufficio tecnico del Comune che ha sottoposto al ministero dell’Ambiente le questioni che maggiormente preoccupano amministrazione e cittadinanza sul piano dell’urbanistica, le medesime segnalazioni portate all’attenzione ministeriale anche dall’ingegnere Foti della Città Metropolitana di Reggio Calabria.

«Non abbiamo visto nessuno studio che ci ponga in tranquillità nei confronti dei danni che potrebbero verificarsi in un arco di tempo abbastanza ampio», spiega l’architetto Albino Rizzuto assessore all’Urbanistica e ai Lavori pubblici della cittadina. «Nel progetto i piloni del Ponte saranno posti nelle acque immediatamente antistanti la spiaggia e per realizzarli sarà necessario costruire una diga foranea e procedere con lo svuotamento dalle acque marine. – chiarisce Rizzuto – Ma abbiamo un problema non da poco: a due metri dalla spiaggia la nostra costa sprofonda repentinamente e sin dove sono pensati i lavori il fondale si inabissa per 50 metri.
Inoltre, antistante ai piloni verrà creato un molo che servirà per scaricare i materiali con le chiatte che arrivano dal porto di Gioia; questo molo provvisorio sarà lungo 160 metri e si dovrebbe sorreggere su pilastri di cemento, ma con una profondità di oltre 50 metri come realizzeranno questi pilotini? Dobbiamo considerare, poi, che tutto questo crea dei problemi rispetto alle correnti che si sviluppano sulla nostra costa, le quali fino ad un certo orario procedono verso sud e poi cambiano direzione, a seconda anche delle fasi lunari, per puntare verso nord. Sono le cosiddette correnti ascendenti e correnti montanti che servono al ripascimento delle spiagge, ponendo questo blocco la sabbia si depositerà sul fondo marino prima di arrivare sull’arenile».

PONTE SULLO STRETTO, IL RISCHIO EROSIONE A VILLA SAN GIOVANNI

Tutto ciò determinerà un problema di erosione costiera al quale va sommata tutta la questione relativa alle fiumare, infatti, già a seguito dell’ampliamento della carreggiata dell’autostrada l’aumento delle acque piovane, che ora si incanalano nelle fiumare ha determinato diversi danni. «Abbiamo dovuto affrontare una problematica non da poco, – spiega l’assessore – perché ad ogni pioggia o bomba d’acqua la città si riempiva di terra trascinata dalle fiumare. Ad oggi abbiamo risolto grazie a un’attenta opera di pulizia di tutte le fiumare e sfruttando le terre per operare il ripascimento delle spiagge, ma con le altre 4 corsie di autostrada previste il volume di acqua sarà enorme e dobbiamo pensare che avremo le fiumare in piena fin dentro il paese. Anche rispetto a questo problema abbiamo chiesto delle delucidazioni».

Il delegato all’erosione costiera Rocco Bevacqua spiega: «L’accelerazione delle correnti porterà ad ulteriore erosione costiera un territorio già compromesso. È necessario che a supporto dei lavori del Ponte venga fornito uno studio preciso che tenga in considerazione questo e altri aspetti: come il fatto che si tratta di un cantiere inclinato che potrebbe portare in mare un grosso quantitativo di sostanze inquinanti e per cui si rende, dunque, necessario un depuratore apposito; ma c’è anche da considerare l’esigenza di un depuratore a disposizione delle migliaia di operai che arriveranno sul luogo».

IL NODO DEGLI ESPROPRI

La viva questione degli espropri, al netto delle istanze dei privati cittadini, pone al centro delle difficoltà sul piano urbanistico anche la necessità di individuare nuove zone di espansione, tuttavia, a dicembre la città di Villa San Giovanni ha aderito al 27 quater, la legge urbanistica regionale che aderisce al principio di consumo suolo zero. «Ciò non vuol dire che non possiamo più costruire, – chiarisce Rizzuto – però significa che possiamo edificare solo dove è presente ancora area libera fabbricabile e non possiamo espandere queste zone». Nel frattempo, con l’obiettivo di risparmiare dall’esproprio il maggior numero di case possibile i tecnici del Comune stanno lavorando da mesi insieme alla Stretto di Messina Spa per rivedere il piano particellare ed è già emerso che il 10% delle case oggetto di esproprio secondo il progetto definitivo può essere salvato in quanto non verrà toccato dai lavori.
La possibilità di scampare alla scure dell’esproprio potrebbe confermarsi anche per tutte le abitazioni che si trovano sulle zone concepite come riqualificazione ambientale da destinare al verde. Ma il dubbio è che molti non vorranno rimanere a diretto contatto con i lunghi tempi della cantierizzazione. Includendo tutte le ipotesi l’architetto Rizzuto ha spiegato: «Alla Stretto di Messina abbiamo chiesto di costruire un nuovo rione di villette bifamiliari. Ciucci ha detto che non dipende da lui, mentre da Webuild sono possibilisti perché è qualcosa che è stato già fatto, ad esempio con i lavori della Tav».

UNA CITTÀ DIVISA IN DUE

E ancora, sul tavolo dei lavori preventivi alla cantierizzazione, c’è il fatto che per tutto il tempo della realizzazione dell’opera il Comune sarà diviso in due e la zona nord di Villa San Giovanni verrà staccata dal depuratore che la serve. La città ha, dunque, chiesto che prima di partire venga realizzato un altro depuratore a nord della città che serva le zone di Cannitello, Porticello, Ferrito e Santa Trada; ma i due tecnici spiegano che tra le richieste ci sono anche quelle di rinnovamento delle linee idriche, fognarie, di illuminazione pubblica che verranno anch’esse tagliate. «Poi sarà necessario creare una viabilità di cantiere esterna al paese, perché non possiamo pensare che tutti i mezzi passino dalla strada Nazionale intralciando la viabilità ordinaria».

Onerosa dal punto di vista paesaggistico e storico culturale, infine, la scelta del Progetto definitivo di porre il punto di ancoraggio dei cavi proprio dove insiste Forte Beleno, uno dei forti umbertini che fanno parte della più ampia rete di fortificazioni che alla fine del 1800 connettevano le due sponde dell’area dello Stretto in una visione difensiva unitaria. Attualmente il progetto di riqualificazione della città di Villa San Giovanni è stato stoppato dal progetto del Ponte in attesa del vincolo della Soprintendenza. Eppure, quel blocco (dalle dimensioni consistenti di 60x60x100 metri) Rizzuto stima che potrebbe semplicemente essere spostato lateralmente di qualche decina di metri senza compromettere, quindi, tutta l’area del Forte.

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