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Carabinieri di Reggio Calabria

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I Carabinieri di Reggio Calabria, hanno denunciato un 58enne, incensurato, ritenuto responsabile di aver dato alle fiamme un furgone.


REGGIO CALABRIA- I Carabinieri della Compagnia di Reggio Calabria, nel corso del fine settimana, hanno denunciato in stato di libertà un 58enne. L’uomo, incensurato, ritenuto il presunto responsabile dell’incendio di un furgone avvenuto lo scorso 12 marzo nella parte Nord della città.

Nel primo pomeriggio di quel 12 marzo, su segnalazione di alcuni cittadini, i militari dell’Arma sono intervenuti nei pressi di un’officina dove un furgone, privo di segni identificativi e abbandonato, era stato dato alle fiamme. Fortunatamente l’incendio non ha causato danni alle abitazioni e alle autovetture vicine, né si è propagato alle aree verdi circostanti.
I Vigili del Fuoco, intervenuti prontamente, non hanno potuto tuttavia salvare il mezzo, che è andato completamente distrutto. Le immediate indagini dei Carabinieri hanno permesso di identificare il presunto responsabile.
Dalle indagini i carabinieri hanno individuato l’uomo. Si sarebbe prima avvicinato con fare sospetto al furgone, armeggiare con il vano motore e poi allontanarsi repentinamente poco prima che il mezzo prendesse fuoco.
Al momento sono in corso ulteriori accertamenti per stabilire con esattezza le cause dell’incendio e il movente che ha spinto l’uomo ad agire.

L’Arma dei Carabinieri, come sottolineato nella nota, è impegnata quotidianamente nel contrasto di questo tipo di reati che, spesso, possono celare atti intimidatori o ritorsioni. In tale contesto, «si ritiene – scrivono dall’Arma- fondamentale la collaborazione dei cittadini. I quali, con le loro segnalazioni o denunce, possono contribuire in maniera determinante all’identificazione degli autori di simili fattispecie delittuose».


È importante precisare che, della denuncia per l’episodio del furgone dato alle fiamme a Reggio Calabria, si tratta di un provvedimento in fase di indagini preliminari, sussistono le presunzione di non colpevolezza fino all’eventuale sentenza di condanna di secondo grado.

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