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Gaetano Calogero Paci

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REGGIO CALABRIA – Il plenum del Csm ha votato all’unanimità Gaetano Calogero Paci, procuratore aggiunto di Reggio Calabria, per l’incarico di procuratore della Repubblica di Reggio Emilia.

La Procura di Reggio Emilia è retta dalla facente funzioni Isabella Chiesi da quando, a febbraio 2021, il Csm ha disposto il trasferimento d’ufficio per incompatibilità ambientale del procuratore Marco Mescolini. Il plenum concluse che la sua credibilità fosse stata compromessa dall’ampia risonanza avuta dalle sue chat con Luca Palamara, relative alla sua nomina.

Paci, siciliano, ha iniziato la sua carriera in magistratura da giudice a Palermo fino al 1995, poi è passato nella Procura della stessa città, entrando a far parte della Dda e occupandosi di criminalità mafiosa. Proprio grazie alle indagini da lui
coordinate, sono stati catturati pericolosi esponenti – in particolare dei mandamenti di Caccamo e Villabate – da Mariano Tullio Troia (boss di Cosa Nostra nonché uno dei luogotenenti più fidati di Totò Riina), a Tommaso e Giacomo Amato, al superlatitante Natale Bonafede fino a Salvatore e Sandro Lo Piccolo (padre e figlio che reggevano la cosca di San Lorenzo).

Sue le accuse che hanno portato alla condanna dei boss trapanesi che uccisero il giornalista Mauro Rostagno. Dal 2014 a
Reggio Calabria, ha coordinato la Dda e le misure di prevenzione, svolgendo le funzioni di procuratore reggente dal 2017 al 2018 durante la vacatio lasciata da Cafiero De Raho, nominato alla superprocura antimafia. Tra le inchieste calabresi più rilevanti: l’omicidio del giudice Scopelliti, le principali cosche di ‘ndrangheta come Piromalli, Pesce e De Stefano.

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