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La presidente della Regione Calabria Jole Santelli

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CATANZARO – E’ tornata la calma a Villa San Giovanni dove, nelle ultime ore, tante persone sono rimaste bloccate all’imbarco per Messina. «E’ importante che la vicenda si sia risolta con l’arrivo in Sicilia delle ultime persone che non erano riuscite a traghettare. È stata una situazione che poteva degenerare e che ha messo a dura prova la comunità e per questo ringrazio il sindaco facente funzioni di Villa San Giovanni e i cittadini per la pazienza e l’impegno» ha comunicato questa mattina la presidente della Regione Calabria Jole Santelli che ha aggiunto che «si è arrivati alla soluzione grazie all’interessamento del ministro dell’interno Luciana Lamorgese e al lavoro silenzioso della Regione Calabria. Riteniamo che in questa circostanza la sobrietà e l’impegno senza clamore siano strumenti necessari».

A Villa San Giovanni, dopo oltre 72 ore di fermo, nella notte da Roma è arrivata l’autorizzazione per l’imbarco di un centinaio di persone rimaste bloccate perché prive di un motivo valido per spostarsi e per il blocco agli sbarchi dal Continente disposto dal presidente della Regione Sicilia Nello Musumeci. Nei due piazzali di stoccaggio degli autoveicoli si erano accumulate centinaia di auto e Tir. Dopo un primo parziale sblocco nella serata di martedì, è arrivata l’apertura dei varchi che ha consentito a tutti di oltrepassare lo Stretto e raggiungere la Sicilia. Prima della loro partenza, tutte le persone bloccate, sono state identificate, registrate e invitate, una volta giunte nei luoghi di residenza a sottoporsi a quarantena volontaria. Non è escluso che nei loro confronti vengano comminate le sanzioni previste dai diversi Decreti emanati dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri.

Non è mancata, nelle parole della Santelli, una stoccata a Giuseppe Falcomatà: «Mi sorprende che il sindaco di Reggio Calabria che, viste le numerose dichiarazioni, mi era parso fosse a conoscenza della situazione, scopra che la Protezione Civile Nazionale ha offerto alloggio ai traghettanti. Nessuna autorizzazione, nessuna disponibilità è stata data dalla Regione Calabria affinché queste persone trascorressero la notte a Reggio. Mi spiace l’inutile polemica dal sindaco Falcomatà. Avrebbe potuto evitarla se solo si fosse premurato di tenersi in contatto costante con il prefetto di Reggio Calabria, come del resto ho fatto io negli scorsi giorni».

Il sindaco Falcomatà, nella notte, aveva postato un video su Facebook nel quale aveva duramente commentato la notizia secondo la quale una parte delle persone bloccate a Villa San Giovanni avrebbe trascorso la notte in un hotel cittadino. «Voglio capire come questa cosa sia potuta avvenire – ha detto Falcomatà – pare che l’ok si arrivato dalla Regione Calabria, chiederò formalmente se questa cosa è vera, chi da dato l’autorizzazione e perché il sindaco non è stato avvisato».

E il sindaco si dice pronto anche a chiedere un risarcimento danni alla Regione nel caso in cui la notizia fosse confermata. «Questa situazione potrebbe genere un aumento dei casi in città», denuncia, chiedendo la sanificazione dei locali in cui il gruppo di viaggiatori ha soggiornato e il tampone per tutte le persone entrate in contatto con loro.

«Adesso non si scherza più – dice ancora il sindaco – che si facciano i tamponi a tutti i cittadini di Reggio Calabria, sulla salute non si scherza e sulla salute dei miei concittadini non transigo. Questa è stata una storia paradossale, assurda, incredibile. Adesso, più che mai, serve l’organizzazione che fino adesso è mancata. E’ ora che ognuno si assuma le proprie responsabilità perché non è finita qui. Questa situazione incresciosa, infatti, non si sarebbe creata se le Regioni avessero dialogato fra loro piuttosto che far venir meno quella sinergia istituzionale che è sempre fondamentale».

Oltre ad aver creato dei seri rischi per l’incolumità pubblica a Villa San Giovanni, ricorda Falcomatà, «è venuta meno l’umanità che dovrebbe riempire la coscienza di ogni cittadino, ma ancor prima di qualsiasi amministratore pubblico. Abbiamo assistito a donne, bambini, anziani costretti a dormire all’addiaccio, spesso raccolti in 200 metri così da creare quegli assembramenti pericolosi che diventano fonte di contagio. Per due giorni, in questi luoghi, i cittadini hanno vissuto uno smarrimento ed un abbandono che, ai giorni nostri, è inconcepibile».

«Lo stesso vale – sostiene ancora Falcomatà – per noi sindaci, l’ultimo anello di una catena complessa: siamo stati lasciati soli. Al Comune di Villa San Giovanni è stato riversato addosso un carico di difficoltà estremo, così come ai cittadini di Reggio Calabria è stata chiesta una dose di pazienza che, in casi come questi, va oltre ogni comprensibile sforzo e sacrificio. Per il bene delle comunità hanno prevalso il buon senso e l’applicazione corretta delle normative. E’ giusto che i cittadini siciliani bloccati sul continente paghino eventuali responsabilità secondo quanto prevede la norma, ma è altrettanto giusto che svolgano la quarantena nei loro luoghi di destinazione secondo quanto prevede la norma stessa».

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