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La protesta per la chiusura del Pronto soccorso

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GIOIA TAURO – Un nulla di fatto l’incontro in prefettura per scongiurare la chiusura del Pronto Soccorso di Gioia Tauro, che andrà avanti con le proteste. 

È quanto ha riferito il sindaco del centro portuale, Aldo Alessio, dopo il tavolo in prefettura a Reggio Calabria, dove ha cercato una mediazione con il prefetto Massimo Mariani ma non l’ha trovata.

Al centro della discussione la questione dell’assenza totale dei medici che avrebbe portato il direttore sanitario aziendale Domenico Minniti ed il commissario straordinario dell’Asp Gianluigi Scaffidi a chiudere il Pronto Soccorso del nosocomio gioiese, dove attualmente funzionano solo due reparti Covid, che accolgono i pazienti positivi, già stabilizzati, provenienti dal Gom di Reggio Calabria.

Purtroppo per l’ospedale di Gioia Tauro, non ci sono medici, in particolare, non c’è nessun medico disposto a lavorare in quella struttura sanitaria, come ha detto il sindaco Alessio, il quale ha aggiunto: «Siamo di fronte ad un sistema sanitario che non è in grado di garantire sei medici disposti a lavorare, è inconcepibile. A questo punto, la palla passa alla politica che deve farsi carico di questa emergenza», ha detto il primo cittadino che ha lanciato un secondo appello al neo presidente della Calabria, Roberto Occhiuto che «deve impedire tutto questo».

Lo stesso Alessio ha poi sottolineato: «È una vergogna che in tutta Italia non si trovano sei medici per la città di Gioia Tauro con uno dei porti più importanti del Mediterraneo. Porteremo avanti le nostre azioni di protesta e di lotta per richiamare l’attenzione della politica che dovrà dare risposte al territorio e ad una intera comunità». Tra le ipotesi di soluzione messe ieri sul tavolo in prefettura c’è stata anche quella di far arrivare i medici dell’esercito. Lo stop senza precedenti del Pronto Soccorso ha scatenato la rabbia delle forze politiche e sociali le quali ieri mattina si sono radunate per la seconda volta davanti all’ospedale cittadino per protestare pacificamente nell’attesa dell’esito del tavolo in prefettura. Infatti, ieri sera, il primo cittadino, al ritorno da Reggio Calabria, si è recato al sit- in per aggiornare i cittadini su un problema rimasto irrisolto.

Insieme hanno deciso di continuare la protesta anche oggi davanti al presidio ospedaliero nella speranza che qualcosa possa cambiare. Hanno preso parte alla riunione di ieri pomeriggio, il direttore sanitario Minniti, il commissario Scaffidi, i rappresentanti della Cgil, Pasquale Marino, Vincenzo Callea e Celeste Lo Giacco, il sindaco di Cittanova Francesco Cosentino, il vicesindaco Carmen Moliterno, i consiglieri  Adriana Vasta e Daniela Richichi.

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