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Il porto di Gioia Tauro

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Per Roberto Occhiuto bisogna smetterla di propagandare l’idea della Calabria come patria del sole, del mare e della ‘ndujia e iniziare a proiettarla come base logistica, terra d’investimenti che ha il suo perno nel porto di Gioia Tauro e nella fantomatica Zes.

Normale quindi aspettarsi che nel Pnrr ci siano cospicui finanziamenti per lo scalo calabrese. In effetti nel sito del Ministro per il Sud c’è scritto che la banchina ovest del porto è finanziata con le risorse del PNRR per 16.5 milioni. Una cosa che ha fatto andare in brodo di giuggiole la sottosegretaria al Sud, Dalila Nesci.

«Il rilancio del porto di Gioia Tauro è una delle opere che stanno nascendo grazie al PNRR e all’ottimo lavoro svolto dal Presidente dell’Autorità Portuale Andrea Agostinelli. È già partito il cantiere per la costruzione della nuova banchina, un’opera di alta ingegneria che si collegherà al bacino di carenaggio. In questo modo sarà possibile dotare il porto di un polo di manutenzione navale, con nuove opportunità di sviluppo e occupazione, ma anche diversificare le attività dello scalo. Un intervento da oltre 16 milioni di euro, finanziato con i fondi del PNRR», così scriveva sui social lo scorso 3 febbraio.

Qui però si apre un caso, anzi lo apre Francesco Russo, già vicepresidente della giunta di Mario Oliverio e ordinario di Trasporti del Dipartimento DIIES della Mediterranea di Reggio Calabria.

Russo dice che la banchina ovest era stata già finanziata dalla Regione, quando lui era assessore, con i fondi del Por Calabria. Non solo ma racconta anche che la decisione di finanziarla è arrivata al termine di un lungo braccio di ferro con il Governo nel lontano 2017. Russo aveva presentato il progetto della banchina come strategico, ma da Roma avevano fatto orecchie da mercante al punto che in dicembre del 2017 lo stesso Russo aveva scritto una sorta di ultimatum al Governo: o ci date il finanziamento entro il 31 dicembre o i soldi ce li mettiamo noi. Il termine è scaduto invano, l’allora amministrazione regionale ha atteso un altro mese e poi, visto il silenzio del Ministero, ha deciso di prendere dai fondi Pon i 16 milioni necessari per attrezzare la banchina. Allora perchè la Nesci esulta per un finanziamento copia&incolla? E’ evidente che qualcosa non torna.

«Mi sono molto stupito nel leggere di questo finanziamento – ci dice Russo – visto che come Regione avevamo già finanziato con nostri fondi la banchina ovest che riteniamo fondamentale per il futuro dello scalo. Non mi sconvolge più di tanto che abbiano rifinanziato l’opera, ma la domanda è: visto che i soldi sono stati stanziati dal Pnrr i quattrini messi all’epoca dalla Regione torneranno nelle nostre tasche? Andranno a finanziare opere per la Calabria? O magari prenderanno la via del nord? Dico questo perchè in Calabria abbiamo cinque porti nazionali ma nel Pnrr, a parte questi soldi per Gioia Tauro, non c’è un euro per Crotone, per Vibo, per Corigliano».

In realtà Russo vuole andare a parare altrove. Per capirlo bisogna considerare come è strutturato il porto di Gioia Tauro che possiamo immaginare come un rettangolo. I due lati più lunghi sono le banchine est e ovest, quelli più corti sono le banchine Nord e Sud. Attualmente la banchina est è quella dove attualmente opera la Msc con i suoi container ed è completa. Il lato Nord opera invece la Grimaldi e attraccano tutte le navi che portano le auto da commercializzare. Il finanziamento permetterebbe il completamento della banchina ovest quindi creare un nuovo fronte del porto e garantirne uno sviluppo ulteriore.

A questo punto resterebbe il lato sud per il quale era stato già presentato un progetto dalla Regione per creare un terminal automatizzato o in alternativa creare un bacino di carenaggio che potrebbe dare lavoro almeno per 4/500 addetti diretti.

Sarebbe auspicabile che qualcuno spingesse per dirottare quei finanziamenti stanziati dalla Regione nel 2018 per intervenire sul lato Sud della banchina se davvero si vuole puntare su Gioia Tauro.
Resta l’amarezza per un Pnrr che rischia di diventare anzichè una irripetibile occasione una vera e propria beffa per la Calabria. Ricordiamo che nel Piano nazionale di ripresa e resilienza ha destinato davvero le briciole alla Calabria per quanto riguarda il sistema portuale.

«Il Presidente Occhiuto – dice Russo – dovrebbe chiarire ai cittadini che sta succedendo. Mentre negli altri grandi porti vengono finanziate nuove opere per quasi 1 miliardo tra Trieste (280 milioni) e Genova (650), in Calabria si rifinanziano opere già finanziate dalla Regione e già in costruzione. I Parlamentari europei, considerando che il PNRR è finanziato dall’UE, hanno il dovere di spiegare che succede. Completare il porto di Gioia Tauro, nelle opere sul mare è necessario ed è fattibile, ma bisogna finanziare le opere non finanziate. Che senso ha finanziare le opere già finanziate? E i soldi FSC a chi vanno? La Regione è rientrata dei soldi FSC e li sta destinando ad altro? Si può finanziare la banchina Sud che lo Stato non ha mai voluto finanziare? Il porto è la più grande realtà della Calabria è può diventare ancora più importante con i completamenti infrastrutturali, ma con chiarezza e trasparenza».

Domande che ovviamente giriamo al presidente della giunta regionale.

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