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Un gruppo di partigiani

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In Calabria c’è il record nazionale per i comuni infiltrati dalle ‘ndrine (una misura che serve a poco), è commissariato il Pd (capirai la novità), la derelitta Sanità regionale è commissariata da un decennio, e la sua storia recente di nomine e siluramenti ha fatto ridere l’Italia. 

Scrivere di sanità calabrese, promuovendo un appello al ministro Speranza ai tempi della pandemia, è costato molto caro ai responsabili di alcune sezioni Anpi della regione. 

L’Anpi è una storica associazione fondata nel 1944 che porta avanti i principi nati con la Resistenza italiana.

Orbene da quella provinciale di Reggio Calabria a quelle territoriali di Palmi, Taurianova, Polistena e Siderno è scattato un repulisti degno dei tempi di Stalin.

I defenestrati lamentano che il tutto è avvenuto con un’istruttoria segreta. Gli espulsi secondo i vertici romani “si sono resi responsabili di gravissime scorrettezze nei confronti dell’Associazione” e pertanto non potranno farne mai più parte. Ma cosa hanno combinato? 

Siamo andati sul sito nazionale dell’Anpi è abbiamo trovato appelli per la Palestina libera, proteste contro la Meloni che voleva presentare la sua autobiografia in una scuola di Messina, dolore per la scomparsa di Battiato, ma del commissariamento calabrese non c’è traccia.

Che succede nell’Anpi di Reggio Calabria?. Lo si dica a chiare lettere. 

Nelle brigate partigiane della guerra c’era il commissario politico secondo costume da rivoluzione russa. Collaborava al buon andamento della formazione e controfirmava gli ordini del comandante. 

Se l’Anpi ne ha riesumato la figura lo dica. Oppure spieghi perché l’Anpi di Reggio Calabria è stata commissariata.

Come tutto il popolo malato della sanità calabrese.

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