X
<
>

Condividi:
2 minuti per la lettura

RIACE (REGGIO CALABRIA) – Nuovo terremoto al comune di Riace, dopo l’inchiesta giudiziaria che ha travolto l’ex sindaco Domenico (Mimmo) Lucano dell’ottobre del 2018 (LEGGI LE NOTIZIE SULL’OPERAZIONE XENIA), anche il suo successore vede chiuso in anticipo il proprio mandato.

Il Tribunale di Locri, infatti, ha accolto il ricorso che era stato presentato dalla candidata a sindaco di Riace Maria Caterina Spanò, dichiarando l’ineleggibilità di Antonio Trifoli, eletto primo cittadino in occasione delle amministrative svoltesi il 27 maggio scorso.

Maria Caterina Spanò, assistita dall’avvocato Francesco Rotundo, aveva sostenuto l’ineleggibilità di Trifoli in quanto dipendente del Comune, con mansioni di vigile urbano con contratto a tempo determinato. E in quanto tale non poteva beneficiare dell’aspettativa per motivi politici.

Spanò capeggiava la lista in cui era candidato a consigliere anche l’ex sindaco Mimmo Lucano che non era stato eletto.

La sentenza con cui è stato accolto il ricorso di Maria Caterina Spanò sarà esecutiva soltanto dopo i tre gradi giudizio. Fino ad allora Trifoli resterà, comunque, in carica come sindaco, a favore dell’accoglimento del ricorso si era pronunciato, in udienza, anche il Procuratore della Repubblica di Locri, Luigi D’Alessio. Il ricorso della candidata a sindaco era stato riunito con un’analoga iniziativa che era stata promossa da tre cittadini di Riace. L’ineleggibilità di Trifoli era stata anche sancita in un parere espresso nello scorso mese di settembre dal Ministero dell’Interno e notificato alla Prefettura di Reggio Calabria.

Il Commento del sindaco Trifoli alla sentenza che ne dispone la decadenza

Si dice sconcertato il primo cittadino Antonio Trifoli il quale ha dichiarato: «Ho appreso da poco delle decisione del Tribunale di Locri, resto sconcertato sulle motivazioni. Con questa decisione si vuole stabilire che chi è precario di lunga durata, 20 anni, non avrebbe la possibilità di candidarsi a sindaco di un Comune. Una cosa che ritengo lesiva dei miei diritti».

In ogni caso Trifoli ha annunciato di aver fatto «richiesta alla Prefettura e al Ministero dell’Interno di ricevere le carte dell’iter procedurale, in particolar modo il parere espresso dal Viminale sulla presunta ineleggibilità ma ad oggi non è pervenuto nulla. Un ‘parere fantasma’. Per questo farò ricorso al Tar per acquisire il parere che ci è stato negato».

Condividi:

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

EDICOLA DIGITALE