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Roberto Occhiuto

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PLATÌ (REGGIO CALABRIA) – «A volte la presenza delle istituzioni è più importante delle parole. È vero, io non sono venuto a Platì in campagna elettorale, eppure ci sono stato due volte in queste ultime settimane. La prima volta quando abbiamo istituito qui, grazie alla disponibilità manifestata dall’amministrazione comunale e dal sindaco, che ringrazio, un centro vaccinale dedicato ai cittadini di Platì. E oggi per esprimere la vicinanza della Regione e quindi dello Stato, attraverso la sua articolazione che io rappresento, alla comunità di questa città».

Lo ha detto Roberto Occhiuto, presidente della Regione Calabria, intervenendo al consiglio comunale straordinario convocato oggi a Platì dopo i gravi atti intimidatori degli scorsi giorni contro l’amministrazione locale.

«Questa – ha aggiunto Occhiuto – è una comunità che ha un credito nei confronti dello Stato, perché è stata abbandonata dallo Stato stesso. L’unico presidio statale assicurato è costituito dalla caserma dei Carabinieri, per questo ringrazio l’Arma per il lavoro svolto negli anni. Ma questa è una terra che non ha avuto mai investimenti infrastrutturali, e i cittadini di Platì sono in credito nei confronti dello Stato. I bambini di Platì sono in credito, perché qui sarebbe necessario che ci fosse la migliore scuola della Calabria, per formare le coscienze e per convincere la comunità che solo lo Stato può assicurare i diritti. Quindi io sono qui per rappresentare la mia vicinanza alla comunità di Platì e all’amministrazione comunale, non ai prepotenti e ai violenti che possono incendiare mille portoni ma che non possono vincere, perché solo lo Stato, ripeto, può assicurare i diritti».

«Vorrei inoltre chiarire – ha aggiunto Occhiuto – che la mia decisione di istituire la zona rossa a Platì non è stata punitiva. Ho ricevuto dal dipartimento di prevenzione dell’Asp la richiesta di istituire venti zone rosse in altrettanti Comuni della provincia di Reggio Calabria. Ma appena mi sono insediato ho modificato le regole: ho detto che avrei guardato il numero dei contagi, ma soprattutto quello dei vaccinati».

«Come sappiamo – ha aggiunto il presidente della Regione Calabria – abbiamo una rete ospedaliera fatiscente e i ricoveri in questa rete, sia in area medica che in terapia intensiva, sono dovuti soprattutto ai non vaccinati. A Platì c’era un alto numero di contagi e un bassissimo numero di vaccinati, il 30%. Peraltro in controtendenza rispetto a quello che stava succedendo in Calabria nelle ultime settimane. Perché, per grande senso di responsabilità dei calabresi, la nostra Regione dal primo di dicembre, da quando il commissario Figliuolo ha dato i target alle singole Regioni nell’ambito delle vaccinazioni, è la prima d’Italia per incremento sui target. Abbiamo superato il Veneto, la Lombardia, stiamo vaccinando i ragazzi nelle scuole grazie al contributo dei genitori degli studenti, che se sono medici o infermieri vanno a scuola nei pomeriggi a vaccinare i propri figli e i loro compagni. Abbiamo costruito un canale parallelo delle vaccinazioni e per questo ci stanno imitando anche le altre Regioni. Il che significa che a volte la Calabria riesce a essere un esempio di eccellenza. Quando c’è l’impegno dello Stato e questo impegno è deciso e determinato».

«A Platì, purtroppo – ha concluso Occhiuto – c’era una percentuale di vaccinati molto bassa e io non me la sono sentita di girarmi dall’altra parte, di far finta che tutto fosse normale, e ho voluto dare un segnale. Ripeto, non un segnale punitivo. Ma un segno delle istituzioni che afferma i diritti ma pretende anche il dovere. Platì non è zona franca, ma una comunità che ha gli stessi diritti, a volte negati dallo Stato, ma anche gli stessi doveri».

Un pensiero anche ai sindaci: «Ho molto apprezzato l’impegno dei sindaci di questa area – ha detto Occhiuto – con loro ci siamo incontrati qualche giorno fa, insieme ai responsabili di Libera, e abbiamo ragionato degli investimenti infrastrutturali da fare in questo territorio, per dimostrare anche attraverso l’impiego delle risorse del Pnrr e del fondo di Sviluppo e Coesione, l’interesse dello Stato verso queste comunità».

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