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Roberto Occhiuto (sullo sfondo Nicola Morra) al consiglio comunale aperto di Platì

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PLATI’ (REGGIO CALABRIA) – «Da qua deve partire un forte messaggio: la sfida ad un modello culturale perdente». Dice il senatore Nicola Morra, presidente della commissione parlamentare antimafia, prima di impugnare il manico del mocio e ripulire “affumicato” l’ingresso del comune di Platì, cui portone nei giorni scorsi è stato oggetto di atto incendiario.

«Questo gesto vuol significare che – ha detto Morra- quel che viene vandalizzato da soggetti che non hanno cognizione di cosa sia il bene comune può essere, con l’intervento della comunità, ripristinato com’era».

A dare un colpo di straccio al nero provocato da mani ad oggi ignoti anche il presidente della regione Calabria, Roberto Occhiuto.

Roberto Occhiuto ripulisce l’ingresso del Comune di Platì

«Platì è una comunità che ha gli stessi doveri e diritti degli altri cittadini italiani. L’ingresso in zona rossa – ha precisato il governatore – non è stato punitivo». Lo ha ben spiegato il governatore regionale (LEGGI LA NOTIZIA). Ieri, nel piccolo paese aspromontano ancora “rosso” per via dell’emergenza sanitaria da Covid-19, si sono riunite le massime autorità politiche, religiose e militari regionali, per partecipare al consiglio comunale di Platì convocato in seduta straordinaria.

A margine degli interventi sono state approvate delle linee guida necessarie per costruire «nuove strategie che possono fare forma alla più larga democrazia, sempre nel rispetto della legalità e contro la ‘ndrangheta», ha detto il presidente del consiglio comunale di Platì, Paolo Ferrara. Oltre al senatore Morra ed al governatore Occhiuto, hanno raccolto l’invito dell’amministrazione comunale platiese anche il prefetto di Reggio Calabria, Massimo Mariani, che ben conosce la comunità di Platì per aver, nel 2012, retto il comune in qualità di commissario prefettizio «dobbiamo valorizzare quel che di buono c’è a Platì, questa parte di cittadinanza merita le attenzioni dello Stato», ha detto il prefetto, ricordando l’importanza «di investire nelle infrastrutture e sulla scuola» ed assicurando come «la parte negativa del territorio verrà combattuta, su questo posso assicurare che c’è la massima attenzione».

Ha, invece, parlato di «bisogno di gesti concreti», il vescovo di Locri-Gerace, monsignor Francesco Oliva, il quale ha ricordato «il grido che ci viene dalla Platì onesta che vuole uscire fuori da certe situazioni e pregiudizi, e che vorrebbe non sentirsi più abbandonata com’è accaduto tante volte. Adesso – ha detto- occorre passare ai gesti concreti».

Il Questore di Reggio Calabria, Bruno Megale, ha sottolineato come «non vi mancherà il nostro sostegno e impegno per reprimere e prevenire qualsiasi attività delittuosa ma -ha ricordato- è soprattutto la politica che ha il dovere di intervenire con investimenti importanti anche per dare un segnale concreto alla cittadinanza, se non creiamo – ha concluso – opportunità di lavoro avremo sempre, purtroppo, quel bacino a cui la criminalità può attingere». A Platì, un’istituzione sempre presente e attenta alla cittadinanza c’è, ed è la stazione dei carabinieri «che vive la quotidianità del territorio» ha ricordato il colonnello Marco Guerrini, comandante provinciale dell’Arma dei Carabinieri, (presente ieri a Platì anche il generale Pietro Salsano, comandante della Legione carabinieri Calabria). Dal colonnello Alessandro Barbera, comandante provinciale della Guardia di Finanza di Reggio Calabria, ieri nell’assise di Platì è arrivata una rassicurazione «adesso arriveranno i fondi e noi vigileremo con grande attenzione, perché i soldi arriveranno e dovranno essere ben spesi».

Presente anche il coordinatore Calabria di Libera, Don Ennio Stamile e una parte del gruppo di maggioranza guidato dal sindaco Rosario Sergi, quest’ultimo alle istituzioni intervenute ha detto «questa vostra presenza ci riempie anche di coraggio».

Assente la minoranza consigliare, la quale con un documento, inviato anche al prefetto Mariani, ha spiegato «siamo stanchi dell’arroganza», evidenziando «ancora una volta, l’ennesima, l’attuale maggioranza – scrivono- pur di concedersi “un ulteriore medaglia al valore” a scapito di cittadini e minoranza consiliare, non ha esitato in maniera assolutamente solitaria ad intraprendere un’iniziativa, che se pur lodevole nella forma, nei contenuti si riduce per loro stessi a “passerella”». Per la minoranza consiliare quello di Sergi e Ferrara «è “marketing politico”».

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