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I pacchi dono predisposti dal Progetto Policoro

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REGGIO CALABRIA – Sta procedendo in tutti i Comuni dell’area metropolitana di Reggio Calabria la consegna dei pacchi natalizi per le famiglie più bisognose. Si tratta dell’iniziativa “Scopri chi ti ha fatto il pacco”, proposta alla MetroCity dal Progetto Policoro Calabria, patrocinata dalla Conferenza Episcopale Calabra.

Il settore politiche sociali dello stesso ente ha aderito subito all’iniziativa e con delibera del sindaco metropolitano n. 134 dello scorso 9 dicembre ha approvato l’iniziativa, e disposto l’acquisto di 970 pacchi, dieci per ogni comune dell’area metropolitana, da consegnare attraverso gli otto ambiti territoriali, dopo un’attenta ricognizione delle famiglie bisognose destinatarie del dono.

La spesa prevista per l’acquisto complessivo dei pacchi è di poco meno di 30mila euro, poiché dei tre formati la Città Metropolitana ha scelto il formato “small”, venduto al prezzo di 30euro per ogni singolo pacco, con consegna gratuita presso i comuni.

Gli amministratori comunali di tutti i Comuni, con il supporto dei servizi sociali, si sono dati da fare in fretta e furia a individuare dieci famiglie, quelle più bisognose, alle quali dare il pacco, magari prima delle festività natalizie. Ed è qui la sorpresa e soprattutto le polemiche, che per i contenuti dei pacchi rivolti ai bisognosi, in queste ore stanno via via aumentando.

Aprendo i pacchi hanno trovato “prodotti di nicchia”, sicuramente di qualità, ma poco attinenti ai bisogni della gente che vive in povertà e che a volte, spesso, non hanno la possibilità di procacciarsi i prodotti di prima necessità. Ed è per questo che in data 23 novembre gli uffici delle politiche sociali della Città Metropolitana, manifestando l’interesse all’iniziativa del Progetto Policoro aveva chiesto la possibilità di “rimodulare il contenuto delle confezioni oggetto della proposta, con beni di prima necessità, ritenute più adeguate al target dei nuclei familiari (pasta, riso, conserve, ecc.)”.

Nei pacchi recapitati ai Comuni, però, alla fine, sono arrivati o stanno ancora arrivando cipolle in agrodolce, pesto alle olive verdi, peperoncini tritati, una bottiglietta di olio evo, ‘nduja di Spilinga e una confezione di bagno doccia all’olio di oliva. Con qualche prodotto in meno anche rispetto allo stesso pacco venduto online con prezzo uguale.

“Un pacco che sa più di spot pubblicitario – ha scritto qualche sindaco – Le famiglie in difficoltà si aspettano ben altro”. E di questo tenore le lagnanze di molti altri amministratori. Non la pensa così, invece, Fratel Stefano Caria, coordinatore regionale del Progetto Policoro Calabria, che interpellato su quanto si sta argomentando a proposito, dichiara: “È una iniziativa che dà la possibilità non solo di stupire con un regalo natalizio originale, ma che diventa un gesto carico di significato, una scelta solidale con prodotti locali che rispettano la persona e l’ambiente, che valorizzano il territorio e le sue risorse, realizzati interamente in Calabria da quelle imprese, artigiani, cooperatori che creano opportunità di lavoro dignitoso. L’obiettivo – prosegue Fratel Stefano Caria – è quello di raccontare, promuovere e far conoscere le imprese che creano opportunità di lavoro dignitoso e occasioni di sviluppo per i territori, realtà accompagnate e sostenute, attraverso l’intervento del Progetto Policoro, dalle nostre chiese diocesane che hanno creduto nei loro progetti aiutandoli a realizzarli e a divenire segno di speranza per molti. Nei pacchi abbiamo inserito prodotti di qualità, sapendo che per gli altri beni principali solitamente interviene a favore delle persone più bisognose sia la Caritas che il Banco alimentare”.

Non comprende, il coordinatore calabrese del Progetto Policoro, la meraviglia o lo sbalordimento di alcuni sindaci “miopi”. Ma gli amministratori comunali che non hanno condiviso completamente l’iniziativa, in quanto non concordano sul contenuto del “pacco”, perché non va incontro alle famiglie più fragili, né può essere considerato un gesto di sostegno nei loro confronti, si starebbero orientando a restituire al mittente la “merce” ricevuta, provati da “vergogna per loro e forte imbarazzo”.

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