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L’opera in mostra a Gerace

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GERACE (REGGIO CALABRIA) – “Ananias et Saphira”, è il raffinato arazzo della prima metà del XVII sec. realizzato dal cartone di Raffaello e raffigurante la morte di Anania, in mostra presso il Museo Diocesano di Gerace dal 28 maggio al 5 settembre in occasione del quinto centenario della morte di Raffaello Sanzio. il “Principe delle Arti” di Urbino, pittore e architetto rinascimentale, ci ha lasciato un immenso patrimonio d’arte e di umanità, come lo Sposalizio della Vergine, la Scuola di Atene e la Trasfigurazione di Gesù, ultima sua opera che ha anticipato l’inquietudine dell’arte nell’età moderna.

Della mostra di Gerace, che sarà inaugurata il prossimo 28 maggio, ne ha dato notizia Giacomo Oliva, Direttore del Museo il quale ha precisato che “l’opera – in mostra – è ispirata direttamente al ciclo di dieci arazzi intitolato “La Scuola Vecchia“, commissionato a Raffaello nel 1514 da Papa Leone X per decorare il registro inferiore della Cappella Sistina”.

La mostra dal titolo “Raffaello sul filo del telaio. Ananias et Saphira”, dedicata all’arazzo della collezione di Roberto Bilotti Ruggi d’Aragona, secondo lo stesso Oliva è inerente la storia di Gerace ed è fortemente intrecciata con quella degli arazzi papali quando il cardinale Luigi d’Aragona, secondo marchese di Gerace e nipote del re di Napoli Ferrante I, recatosi a Bruxelles, vide per primo l’arazzo “La Consegna delle chiavi” di cui riferì al Pontefice al suo rientro a Roma, nel 1518. La mostra presso la Cittadella Vescovile, dove è già presente l’arazzo fiammingo di Jean Leyniers, ospiterà anche le pregevoli stampe del ciclo di Raffaello in Vaticano donate dallo storico dell’arte Luigi Ficacci.

L’importante ed attesissimo evento culturale si terrà con una cerimonia di presentazione presso la Basilica Cattedrale di Gerace dove, oltre ai saluti del vescovo, mons. Francesco Oliva, sono previsti gli interventi del direttore del Pontificio Museo della Santa Casa di Loreto, Vito Punzi, di Roberto Bilotti Ruggi d’Aragona, del Direttore del Museo Diocesano, Giacomo M. Oliva, della storica dell’arte specializzata in storia degli arazzi, Florence Patrizi, e dello storico dell’arte Attilio Maria Spanò.

Il cartone preparatorio dell’arazzo, di grandi dimensioni, sarà visitabile fino al 5 settembre, giorno in cui si terrà un convegno scientifico che tratterà l’inestimabile valore storico-culturale dell’opera, e del ruolo che la città ha avuto nel Rinascimento.

Per l’occasione sarà possibile ammirare anche le installazioni di Anna Romanello che daranno un’interpretazione in chiave contemporanea dell’opera raffaellesca creando, così, una novità nella mostra stessa: quattro pannelli che propongono una reinterpretazione in chiave moderna di elementi e scenari tratti dall’arazzo seicentesco. Un gioco di proiezioni e di scomposizioni frammentano la storia per riproporla in una dimensione altra, ambivalente e aperta. Le installazioni saranno collocate lungo il percorso che conduce al Museo diocesano, per accompagnare il visitatore nell’incontro con “Ananias et Saphira”.

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