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Nino Borsellino

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ROMA – È morto all’età di 92 anni, in una clinica di Roma dove era ricoverato da giorni, Nino Borsellino, uno dei nostri maggiori studiosi di letteratura italiana. Nato a Reggio Calabria nel 1929, allievo di Natalino Sapegno, aveva una sostanziale formazione storicista ma poi apertasi anche allo studio degli aspetti formali di un testo. I funerali si svolgeranno oggi a Roma nella chiesa di San Saturnino al quartiere Trieste.

La carriera universitaria di Borsellino ebbe inizio prima a Cagliari e poi a Salerno, quindi, dai primissimi anni ‘70, alla Sapienza di Roma divenne ordinario di Storia della letteratura italiana per oltre vent’anni, dove passò infine, dal 1995 sino alla pensione, a insegnare Storia della critica letteraria. I suoi studi hanno seguito principalmente due filoni, il Cinquecento e poi L’Otto-Novecento con Verga e soprattutto Pirandello, avendo come punto di riferimento importante la letteratura teatrale.

Con due volumi dedicati alle “Commedie del Cinquecento” nella prima metà degli anni ‘60 lo studioso contribuì alla riscoperta scenica di autori come Niccolò Machiavelli, Ludovico Ariosto e il Ruzzante, cui seguirono tra i vari studi “Rozzi e intronati: esperienze e forme di teatro dal Decameron al Candelaio” (1974) e ancora ”La tradizione del comico: letteratura e teatro da Dante a Belli” (1989).

Borsellino dedicò molta della sua attenzione proprio alla vena comica come nota di un percorso anticlassicista della nostra produzione letteraria da “Gli anticlassicisti del Cinquecento” (1986) sino ai nostri giorni, sino a Pirandello. Il drammaturgo siciliano è stato al centro di molti suoi studi a cominciare da un fondamentale “Ritratto di Pirandello” del 1983 sino a “Il Dio di Pirandello: creazione e sperimentazione” (2004) ed è stato anche per anni direttore della rivista “Studi pirandelliani”.

Con Walter Pedullà ha diretto la “Storia generale della letteratura italiana” (12 voll. 1999) e con Lucio Felici ha diretto e coordinato “Il Novecento: scenari di fine secolo” (2 voll. 2001), a integrazione della “Storia della letteratura italiana” diretta da Cecchi e Sapegno. Da ricordare infine la “Lettura dell’Orlando Furioso” e un volume su «Ludovico Ariosto», una monografia “Storia di Verga” del 1982 e anche un “Sipario dantesco: sei scenari della commedia” (1991) e “Ritratto di Dante” (1998).

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