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SI intitola “Perché sfido Giogio Albertazzi ad un confronto pubblico” la provocatoria lettera del regista teatrale al direttore artistico del Magna Graecia Teatro Festival. Albertazzi – è la premessa di Costabile – aveva presentato la candidatura dichiarando, come prevedeva l’avviso, di aver svolto “rilevanti esperienze professionali nel coordinamento, nella direzione artistica e/o nella regia di importanti eventi teatrali”, “comprovata esperienza nella organizzazione di progetti culturali complessi relativi al teatro”; “conoscenza del territorio calabrese”. Poi, nell’accettare l’incarico, si è impegnato, tra l’altro, a proporre il programma degli spettacoli con il correlato piano economico complessivo e avviare i contatti e concludere gli accordi con le compagnie teatrali inserite nella programmazione.

«Alla luce di quanto indicato – commenta Costabile – o lei ha dichiarato il falso, oppure la documentazione che riguarda la sua candidatura è segreto di stato». Allora «per fugare ogni dubbio nei cittadini calabresi, nel teatro professionistico di questa regione, e in tutti gli addetti ai lavori nazionali», Costabile chiede ad Albertazzi di rendere pubblici la documentazione sui titoli vantati dal direttore artistico e previsti come prerequisito alla nomina e la sua idea progettuale di sviluppo, internazionalizzazione e comunicazione del Magna Graecia Teatro Festival, «se è stata presentata, come da lei dovuto, agli organi istituzionali della Regione Calabria». 

Questo, continua Costabile, «è il primo compito di un Direttore appena nominato. Non la biasimiamo se lei non l’ha fatto perché in questa regione chiunque provenga da fuori è autorizzato a fare quello che vuole mentre a noi, poveri teatranti “calabresi” viene chiesto il bollino di qualità alle nostre proposte artistiche! E chi dovrebbe rilasciarlo e con quali criteri? Il Direttore del MGTF? E chi valuta la “qualità” del progetto artistico del direttore? Oppure basta la parola, dal momento che niente viene reso pubblico? Tutto il mondo sa che per essere un buon direttore artistico non basta essere un grande attore e regista, e si richiedono competenze che vanno aldilà del proprio ruolo professionale usuale, ovvero competenze anche manageriali, capacità organizzative e relazionali, oltre a conoscenza del territorio dove il festival o il teatro è collocato (o almeno disponibilità a conoscerlo). Noi vogliamo che sia tutto trasparente e vogliamo sapere se queste condizioni di base siano state rispettate». E ricorda l’incontro dello scorso 20 gennaio tra Albertazzi e i rappresentanti del teatro calabrese: «In quell’occasione lei non ha dimostrato di conoscere bene questa realtà e si è solo lamentato dei limiti tecnici e organizzativi del MGTF». 

Dunque Costabile invita Albertazzi a un confronto pubblico sulle tematiche esposte: «Io spero che lei accetti. In caso contrario, sarà lecito dubitare della sua buona fede e anche del suo operato come Direttore del MGTF e chiedere le sue dimissioni per palese incapacità e incompetenza».

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