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Il corridoio di una scuola dov'è presente il percorso dedicato ai non vedenti

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COSENZA – Quante sono le scuole in Calabria completamente accessibili alle persone fragili? La risposta, che grazie all’Istat arriva proprio nel momento in cui si celebra la Giornata internazionale della disabilità, non è entusiasmante. Solo il 28,5 per cento degli istituti (statali e non) del nostro territorio ha abbattuto le barriere fisiche, il 2,1 si è dotata di mappe e percorsi tattili per ciechi e ipovedenti, e il 12,2 dispone di segnalazioni visive per i sordi e gli ipoacusici.

In tutti e tre i casi i dati, rintracciabili nel report 2022 dell’Istituto nazionale di statistica, non sono insomma incoraggianti: con numeri che si stanziano sotto la media nazionale non sembra affatto che gli studenti calabresi con disabilità godano di un inserimento scolastico adeguato.

«Purtroppo siamo davvero molto indietro – commenta Giovanni Bilotti, presidente dell’associazione Sam (Sicurezza, autonomia e mobilità) di Rende – Sono pochissimi gli enti in tutta Italia che hanno concretizzato i Peba e cioè i piani sull’eliminazione delle barriere architettoniche, obbligatori dagli anni Ottanta: oggi qualcosa si sta smuovendo, ma perché è il Pnrr a prevederlo pena la decurtazione del 5 per cento di risorse dagli eventuali finanziamenti. Tutto ciò – aggiunge Bilotti – fa capire che nella nostra comunità serve, oltre all’abbattimento delle barriere fisiche, quello delle barriere culturali».

Comprendere, dunque, che chi convive con la disabilità non vada marginalizzato, ma, al contrario, debba essere messo nelle condizioni di godere dei propri diritti, uguali a quelli di tutti. «La nostra associazione di volontariato – chiosa sempre il presidente Bilotti – è nata nel 2006, tutt’oggi collabora con l’Unione italiana ciechi di Cosenza e, tra gli altri, col Csv bruzio, ponendo in essere una serie di attività che non prevede soltanto l’assistenza a chi ha bisogno, ma pure azioni di consulenza verso le istituzioni pubbliche e private e, ancora, di progettazione per il contrasto delle già richiamate barriere architettoniche».

Grazie alla Sam rendese, ad esempio, lo scorso luglio una scuola (il liceo classico Gioacchino da Fiore) del territorio è stata resa accessibile ai non vedenti e tantissimi altri progetti, come la fruibilità delle opere d’arte del museo all’aperto Bilotti (Mab) di Cosenza, sono stati realizzati. Semi, in altre parole, importantissimi per dare vita a un vero e proprio cambiamento.

«Nelle nostre attività – dice ancora Giovanni Bilotti – coinvolgiamo tantissimi giovani: alcuni svolgono il servizio civile e poi, una volta concluso, rimangono in associazione mettendo a disposizione le loro competenze».

Come a dire, insomma, che là dove non intervengono le istituzioni e gli organi preposti, ci sono gli operatori del Terzo Settore, “lunga mano” che va colmare vuoti e silenzi troppo assordanti. «Io sono cresciuto nel mondo del volontariato e dell’associazionismo – afferma Bilotti – Con un padre non vedente non poteva essere altrimenti, ed è stata una salvezza: insieme si possono abbattere pregiudizi e luoghi comuni, capire che diversità è ricchezza, unicità».

Al pari di Bilotti, questo lo ha compreso anche uno dei volontari di Sam. Si tratta del giovane Mario Giordano che, operando nell’associazione, ha già imparato qualcosa di assai prezioso. «Qualcosa – ripete Giordano – che ha a che fare con l’umanità, con la bellezza dell’umanità».

C’è tuttavia una nota di amarezza nelle parole del ragazzo. «Non è possibile – conclude, a tal proposito –, che nel 2022 le azioni “sociali” debbano essere frutto in maniera preponderante del mondo dell’associazionismo, del volontariato». Tutti devono fare qualcosa, istituzioni in primis. Solo così la Giornata che si celebra oggi potrà assumere un significato diverso, autentico.

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