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Il dirigente generale della Prociv calabrese, Domenico Costarella

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Intervista al dirigente generale della Protezione civile calabrese Domenico Costarella sul test di simulazione d’allerta di venerdì

Quando lo scorso aprile chi correva alla maratona di Londra ha visto arrivare sul proprio cellulare l’sms che avvertiva del verificarsi di un evento naturale estremo è rimasto spiazzato. C’è chi ha cambiato direzione ed è volato verso casa. Nessuno poteva immaginare, in mancanza di previa comunicazione, che si trattasse soltanto di una simulazione. La stessa che venerdì 7 luglio alle 12 – e probabilmente anche domani, nelle solo aree del Reggino – si svolgerà in Calabria, con l’invio sui telefoni di tutti i cittadini di un messaggio di testo volto ad avvisare del verificarsi di un’emergenza dovuta, tra le altre cose, a terremoti, tsunami, alluvioni, eruzioni vulcaniche, incidenti nucleari o collassi di grandi dighe.

Si tratta, come già anticipato sulle pagine di questo giornale, di “It-alert”, il sistema di allarme pubblico nazionale gestito dalla Protezione civile italiana. Un sistema – e di simili ne esistono anche nel Regno Unito, in Australia, Canada, Paesi Bassi e Giappone – basato, più in particolare, sulla tecnologia “cell-broadcast”: i messaggi verranno inviati a tutti i dispositivi coperti da un gruppo di celle telefoniche geograficamente vicine alla zona interessata dall’allerta. Ma ci dice di più, soprattutto sulle conseguenze pratiche del sistema, il dirigente generale della Prociv calabrese Domenico Costarella.

Costarella, venerdì, una volta ricevuto il messaggio di allerta per il test di simulazione, come dovranno comportarsi i cittadini?

«Nello stesso modo in cui si è comportata la comunità reggina nel corso delle simulazioni di novembre scorso: dovranno semplicemente cliccare sulla notifica che arriverà sul proprio smartphone, disattivare l’allarme e rispondere, se vorranno, al questionario che, in un secondo momento, ci aiuterà a capire effetti e conseguenze del sistema stesso».

E se non fosse un test di simulazione di allerta, la comunità che atteggiamento dovrebbe assumere?

«Ecco, se l’emergenza è quella di uno tsunami e si è in spiaggia, bisognerebbe, molto banalmente, allontanarsi dalla costa. Il messaggio inoltrato sui telefoni tramite “It-alert” consente di autoproteggersi. Poi, naturalmente, entra in gioco la pianificazione comunale, insieme a tutte le altre procedure di emergenza».

Il dipartimento di Protezione civile regionale non ha paura che, domani nel Reggino e venerdì in tutta la Calabria, si scateni il panico?

«Noi stiamo facendo di tutto affinché questo non succeda. Abbiamo svolto numerosissimi incontri istituzionali; alcuni con Anci, le Prefetture, le forze dell’ordine, i Vigili del fuoco e via discorrendo. Abbiamo inoltrato comunicazioni specifiche alle Aziende ospedaliere e sanitarie, alle associazioni a tutela della disabilità; abbiamo interloquito con Federalberghi, predisponendo locandine anche in inglese (tra l’altro il messaggio di allerta sarà bilingue), con tutti gli enti di volontariato iscritti al nostro albo, col Consiglio regionale e con tutti i dipendenti della Cittadella. Da tutto questo ci aspettiamo un effetto a cascata: il funzionario della Regione parla con la propria famiglia, per intenderci, e la famiglia parla con amici e altre persone. A ogni modo nelle regioni italiane dove la simulazione è già avvenuta l’effetto panico è stato marginale».

Dunque, la comunità è pronta.

«Assolutamente sì. Ho capito che lo è quando nei giorni scorsi un’amica mi ha chiamato per dirmi che dal suo parrucchiere s’era parlato di “It-alert” e di come comportarsi una volta ricevuto il messaggio. Non abbiamo replicato, insomma, il “caso Regno Unito” (ride, ndr); abbiamo fatto una comunicazione a tappeto. E i cittadini sono ben preparati; quelli di Reggio poi ancora di più, dovendo probabilmente “bissare” la simulazione (ciò perché ai test in Sicilia di oggi potrebbero rispondere anche le celle di località limitrofe)».

Se “It-alert” dovesse diventare effettivo, in caso di rischio il messaggio a chi arriverebbe?

«Non a tutti. Improbabile che l’sms sull’emergenza maremoto arrivi in Valle d’Aosta. Ma lo stesso per le aree calabresi: il messaggio lo riceverà chi si trova a Catanzaro Lido, non chi è a Decollatura. Un modo per dire che il “catalogo” dei rischi è stato settato a monte dal nostro dipartimento nazionale, tuttavia il rischio stesso è “selettivo”, quindi riguarderà certe zone rispetto ad altre: le aree realmente interessate».

A proposito, crede che il sistema verrà davvero introdotto nelle attività di Protezione civile?

«Sul sistema stiamo lavorando da anni. Quella che stiamo affrontando oggi è solo la parte terminale di una lunga attività. Entro la fine di ottobre si concluderanno tutte le simulazioni e i test. Credo, in base alle valutazioni della Protezione civile nazionale, che si partirà in via effettiva dal 2024».

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