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Oltre un milione di persone giovedì sera su Raitre hanno visto il bel documentario di Renato De Maria “Caterina Caselli, una vita cento vite”.

Il mitico “Casco d’oro” della musica italiana racconta per la prima volta diversi episodi della sua intensa vita di cantante e imprenditrice discografica.

Insieme a personaggi suoi amici come Paolo Conte, Francesco Guccini, Stefano Senardi, Caterina, in una sorta di flusso di psicanalisi, racconta a suon di hit le sue intense vite. Spesso commuovendosi alle lacrime come quando rievoca i suicidi di Luigi Tenco a Sanremo e quello del padre afflitto dalla depressione.

Tra trionfi canori e scoperte di talenti alla Bocelli c’è nel film anche spazio per il racconto di un terribile incidente stradale nella primavera inoltrata del 1967, quando Caterina con il suo manager viaggia in automobile per raggiungere Vibo Valentia per un concerto per una manifestazione organizzata dall’Azienda di Soggiorno e presentata da Daniele Piombi.

Il racconto dell’incidente stradale

La partenza è da Frosinone. Gli altri componenti del gruppo li precedono con un pulmino. Non c’era l’autostrada e Caterina Caselli quel 3 maggio del 1967 a bordo di una Fiat 2300 hanno preso la Strada Statale Tirrenica quando alle 19,30 imboccano una strada dal fondo dissestato e l’automobile sbanda e precipita in una scarpata lunga 30 metri tra Cirella di Diamante e Belvedere Marittimo.

Un uomo indica il luogo dell’incidente

Ricorda Ivo Callegari: “Non andavo forte”- al contrario di quanto ricorda nel documentario la cantante – “al massimo 80 km orari, la strada era piana, leggermente sinuosa, forse a causa del fondo stradale un po’ dissestato, bagnato da una leggera pioggia, tutto ad un tratto, mentre mi immettevo su un ponte che attraversa il letto fortunatamente asciutto di un torrente, invece di seguire il corso della strada, l’auto è andata a cozzare contro il parapetto sinistro del ponte, precipitando da un’altezza di circa 30 metri. Abbiamo fatto un volo pauroso e la 2300 è caduta col muso in avanti sobbalzando più volte su di una scarpata e incastrandosi nel terreno. Io sono stato sbattuto fuori.”

GUARDA IL BRANO DA “CATERINA CASELLI UNA VITA CENTO VITE”

Callegari non ha avuto ferite. Caterina è incastrata tra le lamiere della Fiat. Inizia ad ad urlare aiuto dal fondo della scarpata. Poi sviene. Anche la cantante grida e teme di veder finire la sua vita.

Caterina, dal canto suo, ha spesso rievocato che tutti e due furono buttati fuori dall’automobile. Dice che in quel tragico momento non ha mai perso conoscenza e di essersi trovata la faccia e la testa bagnate di sangue. Dichiarò ai giornali che aveva provato a muoversi ma le sembrava di avere tutte le ossa a pezzi.

L’auto distrutta nell’incidente

Chiamava Callegari ma non rispondeva e aveva paura che fosse morto. Aveva picchiato anche la fronte e vedeva tutto buio Caterina Caselli, in quei tragici momenti pensa anche di essere diventata cieca. Quando la Caselli si rende conto che erano ancora vivi, nonostante i dolori, non può che ringraziare Dio per lo scampato pericolo. Poi finalmente arrivano i soccorsi.

A soccorrere i due fu un giovane del posto di 23 anni, Ciriaco Amoroso, il quale alla guida di un camion seguiva la loro auto. Aiutato da altre persone, estrasse Caterina dalla macchina e li caricò sul camion portandoli subito alla clinica Tricarico di Belvedere.

La foto con dedicata ad Amoroso

L’ospedale e la diagnosi

Nella stanza 39 arriva il dottor Corriero per la diagnosi: “frattura al malleolo esterno del piede sinistro, sospetta frattura della tibia, ematoma alla bozza frontale sinistra, contusioni con ematoma al fianco sinistro, contusioni al braccio e alla mano sinistra, qualche ecchimosi, grave stato di choc.”.

Casco d’oro è salva su un punto stradale che in 40 incidenti che si sono verificati, come riporta la stampa d’epoca, ben 38 erano stati mortali. Qualche settimana dopo, il quotidiano milanese “La Notte” invia al camionista Amoroso l’adesivo con la scritta “Gentiluomo della strada”. Mezzo secolo dopo il fans club della Caselli organizza una carrambata grazie al figlio del camionista.

Il nuovo incontro con il suo “salvatore” e la seconda testimonianza

Nel marzo del 2016 Caterina e Ciriaco parlano al telefono dopo 49 anni nel giorno del compleanno di chi salvò Caterina. Felicità incredibile per l’incontro a distanza. Il Fans club quando pubblica la notizia su Facebook raccoglie un’altra testimonianza di quel tragico giorno. Francesco Ianni scrive che fu il padre a fermare una macchina che una macchina e dice che pochi mesi dopo, Caterina Caselli, andò a casa sua per ringraziare non solo per il soccorso ma anche per aver vigilato su una valigia piena di contanti presente nell’auto incidentata.

A riscontro, Ianni, pubblica la stessa foto avuta da Ciriaco con dedica simile al signor Ianni. È evidente che i soccorritori furono più di uno. In Calabria le strade saranno dissestate, purtroppo ancora oggi, ma il buon cuore nell’avversità non manca mai. E Caterina Caselli non l’ha dimenticato. Neanche nel bel documentario dedicato alla sua biografia.

La foto con dedica di Ianni
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