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E’ Rino Gattuso il calciatore che i lettori considerano il più grande tra i calabresi che hanno indossato la maglia azzurra negli ultimi 14 anni. Il centrocampista campione del mondo ha raccolto il 64 per cento delle preferenze nel sondaggio web lanciato dal Quotidiano, staccando di molto gli inseguitori.

Al secondo posto è in corso un testa a testa tra il talentuoso Stefano Fiore, il fantasista che trascinò l’Italia di Zoff nella finale dell’Europeo del 2000, e Simone Perrotta, un altro centrocampista artefice della cavalcata mondiale del 2006. Per Fiore – che dopo aver chiuso la carriera al Cosenza è attualmente dirigente della società silana, si registra il 17 per cento dei voti. Il romanista Perrotta, in questa fase, lo insegue due punti percentuali più giù, ma tra i due la differenza diventa in alcune fasi del sondaggio davvero risicata.

Un pugno di voti appena per l’altro cosentino Mark Iuliano, l’ex difensore che indossò la maglia azzurra nel 2000 e nel mondiale del 2002, e per Vincenzo Iaquinta, attaccante crotonese della Juventus quest’anno in prestito al Cesena, autore di un gol a Germania 2006.

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Complessivamente, i cinque calabresi che hanno vestito la maglia azzurra nel XXI secolo hanno portato a casa un titolo mondiale e un secondo posto europeo, mettendo a segno nel complesso un’epopea che è durata ininterrottamente 14 anni. Dopo di loro, però, non si vede nessun loro erede destinato a indossare l’azzurro nel futuro più immediato.

E così, in questa che dopo Francia 1998 è la prima grande competizione per la nazionale senza calabresi, Rino Gattuso guarderà con un occhio particolare Antonio Cassano. E’ a lui che in un’intervista al Tg1 ha affidato le sorti dell’Italia: «Spero che farai un grande Europeo perchè so che quest’anno hai sofferto molto, ma mi raccomando sempre con la testa, non farti scattare l’ignoranza». Un pensiero Gattuso lo rivolge anche a Balotelli: «Il razzismo? Deve essere brava la squadra a proteggerlo, a non fargli fare alcuna sciocchezza»

Il giudizio di Rino sulla nazionale è comunque incoraggiante: «Da tantissimi anni non vedevo una Nazionale con qualità, l’unica difficoltà può essere l’inesperienza».

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