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VIBO VALENTIA – Stalking nei confronti dell’ex compagna e consequenziale applicazione della misura del divieto di avvicinamento. Si torna quindi a parlare di violenza sulle donne in un particolare periodo storico – culminato con la tragica vicenda dell’omicidio di Giulia Cecchettin – in cui si procederà ad un giro di vite contro i responsabili di tali, odiosi, reati a partire proprio dallo stalking fino, ovviamente, a quelli più gravi quali il femminicidio.

Teatro della vicenda un comune del Vibonese del quale non è stato fornito il nome per ovvie questione di privacy dove ad agire sono stati gli agenti della Squadra Mobile coordinati dal dirigente Massimiliano Migliaccio dando esecuzione ad una ordinanza applicativa del divieto di avvicinamento ai luoghi abitualmente frequentati dalla persona offesa emessa dal Gip di Vibo Valentia su richiesta della Procura guidata Camillo Falvo, nei confronti dell’uomo sospettato di aver più volte posto in essere atti intimidatori nei confronti della ex.

Atteggiamenti che sarebbero stati messi in atto dopo la fine del rapporto sentimentale alla quale l’indagato non si sarebbe rassegnato. La delicata indagine, condotta dalla sezione specializzata per i reati contro la persona, in danno dei minori e sessuali della Squadra Mobile, ha avuto origine dalla denuncia presentata dalla donna a seguito delle presunte condotte poste in essere, nei suoi confronti, da parte dell’ex, che sarebbero consistite in “gravi minacce e aggressioni anche di natura fisica, estrinsecatesi in strangolamenti, morsi, finanche ad una minaccia con l’uso di un coltello”.

In più occasioni, inoltre, la vittima avrebbe subito insistenti telefonate, durante il giorno ed anche di notte, oltre ad aver notato l’uomo appostarsi sotto la sua abitazione, ingenerando un perdurante stato d’ansia e timore per la propria incolumità personale, costringendola altresì a cambiare le sue abitudini di vita per sottrarsi ai comportamenti intimidatori e persecutori dell’uomo.

I riscontri acquisiti dagli investigatori hanno consentito al Gip di Vibo, su conforme richiesta dell’Ufficio di Procura, di emettere a carico dell’uomo la misura cautelare del divieto di avvicinamento alla parte offesa prescrivendo allo stesso di mantenersi a debita distanza dalla donna e dai luoghi da questa abitualmente frequentati, vietando, altresì, qualsiasi forma di comunicazione con la stessa, anche per interposta persona.

“La vicenda – evidenziano dalla Questura – denota ancora una volta l’importanza e la necessità di trovare la forza di opporsi alle varie forme di violenza e abusi domestici, poiché solo infrangendo il muro del silenzio e informando le Istituzioni sarà possibile intervenire in tempo prima che determinate situazioni, a volte apparentemente innocue, possano degenerare in irreparabili atti di aggressività fisica e psicologica”.

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