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Il procuratore capo di Vibo Valentia Camillo Falvo

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L’audizione del procuratore capo di Vibo Valentia, Camillo Falvo, in Commissione parlamentare antimafia: «Gli istituti di credito vulnerabili alla ‘ndrangheta»


VIBO VALENTIA – “Spesso negli istituti di credito chi non può avere credito in modo legale viene indirizzato verso i circuiti usurari. Questo avviene un po’ dappertutto, ad esempio in modo consistente a Cosenza, ma ovviamente anche a Vibo”.

È, questo, un estratto dell’audizione del procuratore di Vibo, Camillo Falvo, in Commissione parlamentare antimafia il 19 ottobre 2020. Audizione avvenuta presso la residenza istituzionale dell’allora prefetto Francesco Zito, che aveva visto sfilare anche i presidente del Tribunale, Antonio Erminio di Matteo, e i vertici delle forze dell’ordine.

Il quesito della Nesci

Ampi gli argomenti trattati da Falvo e il seguente è in risposta a due quesiti rivoltigli dall’allora componente dell’organismo parlamentare M5S Dalila Nesci. Il primo appunto, se ci fossero delle indagini o approfondimenti sul mercato del credito e sulla storia delle intermediazioni fra banche, imprenditori in difficoltà e soggetti affiliati o comunque vicini alla ‘ndrangheta.

Un’altra situazione definita “molto inquietante che abbiamo anche cominciato ad approfondire nella Commissione antimafia in seduta plenaria è l’inchiesta pubblicata sul «Financial Times», “Cosche Spa”, che riguarda bond e crediti che le aziende sanitarie rivendevano sul mercato in cambio di liquidità. Poiché all’interno di questi articoli vengono citate anche le aziende sanitarie calabresi, tra cui quella di Vibo Valentia, le chiedo se vi sia già un vostro approfondimento e se comunque pensate di capire cosa è successo perché potrebbe essere alla base di tanti dissesti e di tante difficoltà finanziarie anche delle aziende sanitarie, che poi vengono anche sciolte per mafia, come abbiamo visto a Catanzaro e a Reggio”.

La risposta di Falvo

Per quanto riguarda il primo aspetto, quello del credito, il procuratore Falvo ha asserito che “ovviamente, uno dei settori più sensibili, in tutti i luoghi in cui imperversa la criminalità organizzata, è quello degli istituti di credito. Ci sono degli istituti, quasi sempre quelli di credito cooperativo che sono più vicini al territorio, che creano dei problemi. Abbiamo svolto delle indagini, in passato, che sono state al confine tra la Procura ordinaria e la Direzione distrettuale antimafia. Anche perché spesso negli istituti di credito chi non può avere credito in modo legale viene indirizzato verso i circuiti usurari. Questo avviene un po’ dappertutto, ad esempio in modo consistente a Cosenza, ma ovviamente anche a Vibo. Sono state condotte quindi delle indagini che purtroppo però si sono arenate perché ci sono stati dei problemi sempre per via delle difficoltà ad operare”.

FALVO E L’INDAGINE SUGLI ISTITUTI DI CREDITO VULNERABILI ALLA ‘NDRANGHETA

E il problema, stando a quanto ha relazionato il magistrato, si è creato in Procura ordinaria, che si occupava di questa indagine sulla Banca di credito cooperativo di Maierato “mandata poi alla Direzione distrettuale antimafia. Non essendoci infatti l’aggravante – o, quantomeno, non emergeva dagli atti – le indagini in ordinaria erano scadute e quindi si è potuto fare poco. Sappiamo che c’erano anche delle cause civili”. Il procuratore aveva manifestato inoltre intenzione di collaborare con la Distrettuale anche su questo aspetto. Nel senso che “tutti i segnali che arrivano a noi inerenti a problemi di questa natura, quando sono coinvolti gli istituti di credito, vengono gestiti con indagini promiscue tra la procura e la distrettuale antimafia”.

I bond. Per quanto concerne il secondo quesito relativo ai bond, Falvo ha risposto di essersene occupato personalmente. Anche in un incontro svoltosi presso la Scuola della magistratura aggiungendo che “da tempo circolano queste notizie. E ci sono dei collaboratori di giustizia che a livello nazionale ne hanno parlato”. Tuttavia ha precisato di non avere conoscenza, per quanto riguarda l’Asp di Vibo, dell’esistenza di questa problematica, aggiungendo di prendere “spunto dal quesito per verificarla”.

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