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Una delegazione di dipendenti della provincia di Vibo ha messo in scena una manifestazione sull’Autostrada in occasione della visita del premier Matteo Renzi. Il ministro Delrio li rassicura

VIBO VALENTIA – Il Ministro delle Infrastrutture, Graziano Delrio, ha incontrato a Cosenza i lavoratori della Provincia di Vibo Valentia a margine della visita del Premier Matteo Renzi al Distretto Cyber Security. 

Nel corso dell’incontro, secondo quanto si è appreso, Delrio ha garantito ai lavoratori la massima attenzione per cercare di trovare una soluzione ai loro problemi. I dipendenti della Provincia di Vibo Valentia, 200 in tutto, sono senza stipendio da sei mesi.

Dopo aver chiuso ieri la sede della Provincia con le catene per evidenziare la grave situazione in cui versano (LEGGI LA NOTIZIA) i lavoratori hanno deciso di raggiungere Mormanno dove era prevista la visita del premier Matteo Renzi.

Gli stipendi arretrati a fine mese diventeranno cinque ed inevitabile è dunque lo stato di agitazione dei lavoratori che hanno deciso di approfittare della visita in Calabria del premier Renzi (LEGGI LA NOTIZIA) per evidenziare una volta di più il loro disagio. Una delegazione di lavoratori ha quindi deciso di recarsi a Mormanno ma sull’autostrada la Polizia ha prima bloccato l’autobus e dopo li ha fatti ripartire scortati con due pattuglie verso Cosenza dove la Questura ha organizzato un possibile incontro con il premier anche se i dipendenti hanno rimarcato la loro volontà di recarsi a Mormanno per «manifestare pacificamente il nostro disagio a Renzi, non abbiamo alcuna intenzione violenta – spiegano i lavoratori – ma solo la volontà di mettere in luce una situazione di estremo disagio».

I dipendenti sono scortati e controllati a vista dalla polizia con un agente a bordo dell’autobus che fornisce le indicazioni sul percorso da seguire.

Intanto a Vibo la restante parte dei lavoratori ha continuato la protesta davanti la sede dell’ente.

«Siamo – affermano i lavoratori – 50 dipendenti della Provincia di Vibo Valentia, venuti pacificamente, e come arma abbiamo solo uno striscione, ma siamo stati bloccati a Tarsia dalla Polizia e non ci hanno lasciato passare. Senza motivazione ci hanno bloccato e scortati. Chiediamo solo il diritto al lavoro. Siamo frutto di una legge scellerata – hanno aggiunto – sei mesi senza stipendio e oggi in maniera pacifica volevo esporre uno striscione e parlare col Premier, ma ci è stato vietato. Noi continuiamo a garantire i servizi seppur con difficoltà e chiediamo solo di poter lavorare».

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