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Nazzareno Salerno

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VIBO VALENTIA – Nazzareno Salerno, l’ex assessore regionale al Lavoro e consigliere di Forza Italia alla regione in questa consiliatura, arrestato nell’ambito dell’operazione Robin Hood, lascia il carcere per beneficiare degli arresti domiciliari.

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ALL’OPERAZIONE ROBIN HOOD

Il Tribunale d’Appello ha infatti disposto la scarcerazione accogliendo le richieste avanzate dai legali di fiducia dell’indagato, gli avvocati Vincenzo Gennaro e Domenico Naccari, quest’ultimo del Foro di Roma. Salerno si trovava recluso nel penitenziario di Siano, a Catanzaro fin dal giorno del blitz di carabinieri e Guardia di finanza coordinati dalla Direzione distrettua antimafia (Dda) del capoluogo di regione, all’inizio dello scorso mese di febbraio (LEGGI LA NOTIZIA). Nei suoi confronti la magistratura requirente contestava i reati di abuso d’ufficio, turbativa d’asta, corruzione e minaccia a pubblico ufficiale aggravata dal metodo mafioso.

In particolare, l’allora assessore al Lavoro, avrebbe esercitato una pressione continua nei confronti di dirigenti preposti al proprio assessorato finalizzate ad imporre le sue scelte che gli avrebbero garantito ampia discrezionalità nella gestione del progetto credito sociale e dei relativi fondi comunitari. Sempre Salerno avrebbe messo in atto un’intimidazione nei confronti del funzionario della Regione Bruno Calvetta che si era opposto alle sue pretese ostacolando l’iter amministrativo del progetto del “Credito Sociale”.

Al riguardo, secondo l’accusa, l’esponente di Forza Italia, si sarebbe rivolto a due pregiudicati notoriamente indicati come riferibili alla cosca Mancuso, che avrebbero minacciato il dirigente nel corso di un incontro svoltosi all’interno del Vivaio Santacroce e documentato dai carabinieri del Ros. Incontro al termine del quale Calvetta sarebbe stato costretto a desistere e consentire lo svolgimento delle operazioni di gestione del progetto secondo i voleri di Salerno e del presunto comitato affaristico/criminale, affidando la procedura per assegnare il servizio di esternalizzazione a Vincenzo Caserta, dirigente regionale e persona vicina allo stesso Salerno il quale si sarebbe visto affidare la gestione dello strumento di ingegneria finanziaria alla fondazione Calabria Etica (in realtà priva di competenze e dei requisiti per la gestione di uno strumento finanziario di microcredito).

La fondazione, sotto la guida di Pasqualino Ruberto, altro uomo “in affari” con Salerno, nel giro di appena 8 giorni provvedeva a assegnare il servizio alla Cooperfin Spa LEGGI LA NOTIZIA DEL BANDO FITTIZIO.

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