X
<
>

La protesta dei migranti a San Ferdinando

Condividi:
6 minuti per la lettura

VIBO VALENTIA – Scontro aperto tra le forze politiche dopo l’uccisione a fucilate del sindacalista Soumaila Sacko, di 29 anni, e del ferimento di altri due migranti avvenuto sabato sera a San Calogero (LEGGI LA NOTIZIA). Dal Pd al Movimento 5 Stelle, passando per la Lega. Attenzione è stata chiesta, invece, dalla Chiesa. 

Il Consiglio comunale di Milano, in apertura di seduta, ha voluto ricordare Sacko Soumalia, il migrante sindacalista ucciso a San Calogero in Calabria. La richiesta del minuto di silenzio è arrivata dal consigliere Paolo Limonta, della lista Milano Progressista che in aula ha preso la parola per «ricordare l’assordante silenzio dell’attuale ministro degli Interni, Matteo Salvini, troppo occupato a straparlare di espulsioni di massa e pacchie finite».

Il Pd lancia la sfida a Salvini

L’ex segretario Pd Matteo Renzi su Twitter commenta l’uccisione a fucilate del sindacalista e rinvia al post Facebook della senatrice Caterina Biti: «Sacko Soumayla difendeva i lavoratori sfruttati nei campi. Sacko Soumayla aveva un altro colore della pelle. Sacko Soumayla è stato ucciso per questo e c’è un orribile silenzio che va rotto». 

«Sono troppo poche le righe che le nostre rassegne stampa, le nostre bacheche di Facebook, le tl di twitter hanno dedicato a quanto accaduto in Calabria – scrive Biti su Facebook -. Sacko Soumayla era un sindacalista proveniente dal Mali ed è stato ucciso. Sacko Soumayla lavorava nelle campagne assieme a tanti migranti, probabilmente in condizioni disumane. Sacko Soumayla viveva in una “baraccopoli” insieme a quei compagni che con lui sono stati feriti. Sacko Soumayla era nero e molto probabilmente è stato ucciso per questo, per il colore della sua pelle». 

Il senatore del Pd Ernesto Magorno ha aggiunto: «Insieme a una delegazione dei gruppi parlamentari Pd, venerdì sarò a San Ferdinando per esprimere la nostra solidarietà ai migranti, verificare le condizioni di vita e, in modo simbolico, immortalare la memoria di Sacko Soumayla, il giovane sindacalista e bracciante originario del Mali ucciso mentre si adoperava per aiutare altri migranti a costruire una baracca di fortuna». 

Il M5S chiede giustizia

I capigruppo commissione Agricoltura Paolo Parentela ed Elena Fattori del Movimento 5 Stelle con l’eurodeputata Laura Ferrara hanno dichiarato: «Ci auguriamo che questo omicidio non rimanga impunito».

«Una vicenda amara e per la quale chiediamo giustizia – afferma Laura Ferrara -, Sacko, come migliaia di migranti, viveva nella baraccopoli di San Ferdinando, impegnato, oltre che nelle raccolte stagionali a basso costo, nella difesa degli altri braccianti. In queste occasioni a nulla servono le passerelle politiche. Ci vogliono atti concreti. La giustizia farà il suo corso e parallelamente anche la politica deve rendere giusta memoria a Sacko con un contrasto effettivo al fenomeno del caporalato. Una priorità così come la garanzia di condizioni dignitose di vita. Non quelle che si trovano ancora oggi nella baraccopoli così come all’interno del nuovo campo allestito dalla Regione Calabria».

La Lega respinge i disordini

Presa di posizione anche da parte della Lega con il deputato calabrese Domenico Furgiuele: «La gravità dei fatti di San Ferdinando non può in alcun modo legittimare forme di protesta violenta e disordini. La politica, le forze sociali devono fare muro per evitare il ripetersi di eventi tremendi perché purtroppo le condizioni per far esplodere quella che è ormai da tempo una polveriera sociale ci sono tutte». 

SCOPRI TUTTI I CONTENUTI SULLA MORTE DI SOUMAILA SACKO

«Sono passati otto lunghi anni – prosegue – dagli eventi rivoltosi che hanno tristemente macchiato quel nobile territorio della Calabria e le condizioni degli immigrati sono sotto gli occhi di tutti. Degrado, sporcizia, senso della precarietà, atmosfera pesante: sono solo alcuni dei fattori di un sistema che lo Stato conosce benissimo, ma verso cui in tutto questo tempo non si è mosso, limitandosi al contrario a fare parate, convegni ipocriti e ad alimentare la solita retorica dell’accoglienza selvaggia. Oggi, spiace dirlo, la Piana è la stessa polveriera di un tempo, nulla sostanzialmente è cambiato, con le tragiche conseguenze che siamo costretti a registrare. Chi ha brutalmente sparato agli immigrati ha un disegno pericolosissimo: gettare nel caos un ambiente già di suo surriscaldato. Un disegno che va cancellato subito riportando serenità e ragionamento. Solo così sarà possibile aprire un tavolo operativo, non di quelli che in passato hanno lasciato il tempo che hanno trovato, per poter adottare nell’immediato misure finalizzate perlomeno a mitigare lo scempio della civiltà in atto nella piana di Gioia. La violenza, e per violenza intendo anche quella verbale di alcuni falsi sacerdoti e sacerdotesse che non vedevano l’ora di ascrivere l’accaduto al Ministro Salvini, non aiuterà a risolvere nulla».

«Piaccia o non piaccia ai retori milionari dell’accoglienza incondizionata, agli imprenditori del disagio e agli speculatori del sistema – conclude Furgiuele – lavoreremo pacificamente, ma in modo determinato per cancellare dall’Europa l’idea che l’Italia possa continuare ad essere trattata come il più grande campo profughi continentale».

Oliverio chiede una reazione

«Di fronte alla tragica perdita della vita di un povero immigrato assassinato ad opera di soggetti che auspico vengano rapidamente individuati e consegnati alla giustizia, è necessario reagire con determinazione. Quanto è avvenuto è gravissimo e non può registrare la indifferenza delle Istituzioni». A dirlo il presidente della Regione Calabria Mario Oliverio.

«La situazione di degrado – ha aggiunto Oliverio – nella quale vivono centinaia di uomini e di donne, immigrati, nella baraccopoli di San Ferdinando ripropone una questione che costituisce una ferita sanguinante per un Paese civile. È assurdo che mentre si ripropongono posizioni tese ad alimentare paure ed una cultura xenofoba e razzista quasi si rimuove, nel silenzio e nell’indifferenza, una vicenda drammatica qual è quella accaduta al giovane Sacko Soumajla e sulla grave situazione della baraccopoli di San Ferdinando. Mi auguro che il Governo assuma iniziative adeguate ad affermare una vera politica dell’accoglienza, degna del rispetto e della dignità delle persone».

La condanna del vescovo

Monsignore Luigi Renzo, vescovo di Mileto-Nicotera-Tropea, commenta al Sir l’episodio criminoso: «Dal punto di vista umano quanto accaduto è assolutamente assurdo, non si può ammazzare una persona per un possibile furto di lamiera abbandonata»

«Manifestiamo la solidarietà e la vicinanza per questa e per tutte le situazioni di precarietà cui sono costretti i migranti», afferma il vescovo, sottolineando come «spesso basta un niente perché questi giovani paghino anche con la vita».

«Le indagini sono ancora in corso e bisogna aspettare che la magistratura faccia piena luce», aggiunge mons. Renzo, ipotizzando che gli uccisori «abbiano voluto dare qualche messaggio a questi ragazzi che, tra l’altro, erano tutti in regola dal punto di vista del soggiorno».

«Sono cose che fanno pensare – conclude il presule – ma questo non giustifica quanto accaduto”, Soumaila Sacko «probabilmente non c’entrava nulla con altri episodi criminosi avvenuti nella zona».

Condividi:

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

EDICOLA DIGITALE