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Un migrante mostra la foto di Soumaila Sacko

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REGGIO CALABRIA – La morte di Saomaila Sacko spacca il Consiglio Regionale, una mozione di solidarietà al giovane migrante maliano Sacko Soumaila ucciso a San Calogero (Vibo Valentia) (LEGGI LA NOTIZIA), infatti, è stato motivo di scontro tra la maggioranza e l’opposizione al Consiglio regionale della Calabria che ha chiuso i suoi lavori per mancanza di numero legale.

In sostanza, l’assemblea stava esaminando una proposta di legge dei consiglieri Sinibaldo Esposito (Ncd) e Giuseppe Giudiceandrea (Dp) su «Disposizioni in materia funeraria e di Polizia mortuaria». La minoranza, che fino quel momento aveva consentito «con senso di responsabilità» – come è stato sottolineato dall’opposizione – l’approvazione all’unanimità di un’altra proposta di legge sulla Polizia locale, ha improvvisamente abbandonato l’aula e chiesto, tramite Gianluca Gallo, la verifica del numero legale.

REAZIONI: LA POLITICA SI DIVIDE. APPELLO DEL VESCOVO

Sulla mozione riguardante il migrante ucciso, Michelangelo Mirabello (Pd), cofirmatario del testo assieme a Giuseppe Giudiceandrea (Dp), Giovanni Nucera (La Sinistra) e Seby Romeo (Pd), ha detto che l’episodio «non ci può vedere indifferenti. La politica deve usare un linguaggio che va al di là della campagna elettorale. Le istituzioni non possono tacere. L’ordine del giorno esprime il cordoglio del Consiglio regionale alla famiglia di Sacko Soumaila, depreca l’atto vile, rivolge sentimenti di vicinanza alla comunità dei migranti, e impegna la Regione a tenere vivo l’interesse affinché possano essere assicurati alla giustizia gli assassini del giovane maliano».

(LEGGI LA NOTIZIA CON IL RICORDO DELLE ALTRE VITTIME)

Alcuni distinguo sono, però, venuti da Gianluca Gallo (Cdl) che ha invitato ad affrontare la problematica in maniera diversa e a non fermarsi alla solidarietà sulla spinta dell’emozione e dei media nazionali. «Spesso – ha detto – questi fatti avvengono a parti invertite e non ho notato gli stessi sentimenti di solidarietà verso i nostri connazionali. Non si tratta qui di negare la solidarietà, soprattutto rispetto ad una vita umana. Ma su questi argomenti dobbiamo porci il problema di come creare regole di civile convivenza e di rispetto comune fra comunità che spesso provengono da altri paesi, con mentalità, tradizioni, culture, religioni diverse dalle nostre».

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Intervento che ha fatto emergere posizioni diverse all’interno del Consiglio. Su mediazione del presidente dell’Assemblea Nicola Irto è stato deciso di concordare una «sintesi» tra i capigruppo di maggioranza e di opposizione, ma l’improvvisa mancanza del numero legale ha annullato tutto lasciando il Consiglio senza una linea comune sul grave fatto di sangue.

(LEGGI LA DENUNCIA DEL SINDACATO)

La posizione del ministro Matteo Salvini

Nel frattempo, tra la serata di ieri, durante un comizio a Fiumicino, è intervenuto anche il ministro dell’Interno Matteo Salvini il quale ha riconosciuto che «è grave quello che è successo a Gioia Tauro al sindacalista del Mali ucciso. Non si risolve nessun problema sparando», ma ha anche aggiunto che «ci sono delle indagini in corso e prima di dare una sentenza voglio capire alla fine il nome delle bestie che hanno compiuto questo gesto. L’immigrazione senza controllo, le tendopoli, i ghetti portano inevitabilmente allo scontro sociale. E piano piano perché non abbiamo la bacchetta magica porteremo la legalità in Calabria». 

LEGGI LA NOTIZIA SULLA MANIFESTAZIONE DEI MIGRANTI

IL ministro poi ha lanciato l’hashtag #colpadiSalvini con cui ha commentato in un tweet un articolo del Giornale sulla vicenda del bracciante maliano ucciso in Calabria, titolato: «Rivolta dei migranti contro Salvini: ‘razzista, tua pacchia è finita’». 

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