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L'ospedale di Serra San Bruno

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SERRA SAN BRUNO (VIBO VALENTIA) – La loro visita era inevitabile dopo quanto accaduto nelle ultime ore quando, a causa di un guasto all’ascensore, non è stato possibile il trasferimento in obitorio della salma di un paziente deceduto in reparto (LEGGI LA NOTIZIA).

I Carabinieri del Nucleo antisofisticazione e sanità di Catanzaro stamane, di buon ora, sono giunti all’ospedale “San Bruno” di Serra San Bruno. I militari dell’Arma hanno fatto ingresso nella struttura sanitaria per effettuare tutti gli accertamenti del caso sulla vicenda assai sgradevole.

La salma del 65enne è stata trasferita in obitorio soltanto ieri a mezzogiorno dopo essere rimasta in reparto dal pomeriggio del giorno prima, cioè da domenica 24 marzo.

Sull’ispezione avviata dal Nas è intervenuto il Codacons: «Secondo il Ministero della Salute la Regione Calabria non riesce a garantire un livello dignitoso di servizi sanitari, “con criticità ascrivibili in particolare ai servizi offerti agli anziani ed ai disabili”. Sollecitiamo, quindi, i Nas a verificare l’impiego delle risorse messe a disposizione delle strutture per una corretta erogazione dei livelli essenziali di assistenza».

GLI ESITI DELLA VERIFICA

Al termine dell’esame i militari hanno chiarito che «gli accertamenti esperiti hanno interessato l’intera struttura ospedaliera comprensiva di servizi, reparti di degenza nonché impiantistica e sicurezza sui luoghi di lavoro. Le criticità strutturali riscontrate sono addebitabili, sostanzialmente, al vetusto immobile (risalente agli anni ’70), nonché al ridimensionamento delle prestazioni fornite all’utente. In particolare, sono state riscontrate varie carenze igienico strutturali».

Di fatto «è stata controllata la situazione generale degli ascensori presenti all’interno del locale nosocomio con il risultato che solo uno, seppur obsoleto, è a disposizione sia dell’utenza che dei servizi. Sono state accertate alcune criticità in merito ai locali del pronto soccorso e alcune anomalie sulla gestione delle specialità medicinali e dei presidi medico chirurgici all’interno dei vari reparti tanto da indurre i militari operanti al sequestro degli stessi. Sono stati posti sotto sequestro amministrativo 4000 presidi medico chirurgici e 300 specialità medicinali, ad uso di stupefacenti, entrambi scaduti di validità. È stato anche accertato, di contro, che i reparti di lunga degenza presenti all’interno del presidio ospedaliero sono in sufficienti condizioni generali».

In conclusione «verranno segnalati alle competenti Autorità alcuni dirigenti, funzionari e medici per le rispettive competenze. Inoltre, saranno interessati i competenti Uffici Regionali e Provinciali per i provvedimenti di competenza e non ultimo per l’adeguamento delle strutture alle normative vigenti».

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