X
<
>

Il cimitero comunale di Vibo Valentia

Condividi:
4 minuti per la lettura

«BISOGNEREBBE emanare un’ordinanza che vieta di morire».

La battuta, in stile black humor, fotografa chiaramente la situazione in atto nelle aree cimiteriali di capoluogo e frazioni. Non vi sono quasi più loculi comunali. Serve un ampliamento che, attualmente, non è previsto per i sette siti sparsi nel territorio, molti dei quali, come Triparni, le Vene, Piscopio, sono ormai saturi, costringendo la gente che non può permettersi di realizzare un’edicola funeraria di proprietà, a portare le spoglie del caro estinto altrove. Ad esempio a Bivona dove ancora c’è qualche posto disponibile, anche se ancora per poco. Insomma, già morire è una “seccatura”, se poi non si ha neanche un luogo in cui essere seppelliti…

Una situazione drammatica, dunque, emersa ieri mattina nel corso della riunione della Seconda commissione (Urbanistica), presieduta da Carmen Corrado, dalle parole del consigliere Pietro Comito (gruppo “Concretezza”) che ha elencato tutte le aree di preghiera che vivono in una situazione di emergenza. L’occasione è stata propizia, per i componenti dell’organismo, per via della presenza – come anticipato nei giorni scorsi – dell’assessore al ramo, Pasquale Scalamogna che ha potuto riferire non solo sulla questione ma anche su altri temi: su tutti il quartiere Pennello a Vibo Marina sul quale, in chiusura di seduta, il presidente Corrado ha annunciato l’intenzione di affrontare in commissione, già dalla prossima settimana, la delicata questione.

Tornando alla questione dei cimiteri, il problema non è soltanto circoscritto al numero di loculi disponibili. La carenza di personale in forza al Comune (LEGGI LA NOTIZIA) renderà ancora più difficoltosa l’apertura dei sette siti e questo aspetto è stato rilevato anche ieri mattina dal consigliere Alfredo Lo Bianco (Pd), che era intervenuto in una seduta precedente, proponendo inoltre il trasferimento degli uffici cimiteriali e di dare in concessione, attraverso una manifestazione di interesse, le attività adiacenti al luogo di preghiera per la vendita di fiori e quant’altro; in più, ha ventilato la possibilità di realizzare una toponomastica cimiteriale.

Per quanto concerne la carenza di custodi, l’esponente Dem ha affermato che questo si potrebbe ovviare attingendo al servizio civile e che pertanto presenterà un apposito ordine del giorno finalizzati ad individuare nuove figure. Sul punto, il consigliere Nico Console (Con Vibo per Vibo – Udc) ha evidenziato che il Comune è aggiudicatario di un bando che prevede l’assunzione di 10 unità destinate al servizio sociale alle quali attingere. Sempre Comito ha ricordato che molte delle problematiche sollevate ieri erano inserite nell’ormai “famoso” Project financing, poi «bloccato dall’amministrazione Costa, in cui si prevedeva la realizzazione di circa 800 loculi a “Colombaio” e la possibilità di installare due gazebo per portare decoro nell’area antistante il sito, il tutto a titolo gratuito». Da qui, pertanto, la richiesta del consigliere del monogruppo “Concretezza” di «far resuscitare (verbo quanto mai azzeccato, ndr) il Project financing e contattare la ditta, che ha vinto il contenzioso al Tar, per trovare nuovi suoli nei cimiteri delle frazioni visto che molti di essi sono ormai saturi». Sulla carenza di dipendenti addetti al servizio è intervenuto anche il capogruppo del M5S, Domenico Santoro, rilevando la necessità di una separazione del personale tra ordinario e progettuale e la verifica dei presupposti finalizzati a giungere ad una esternalizzazione dello stesso».

Queste dunque, le proposte avanzate all’assessore Scalamogna che ha risposto ad ognuna: «Sono tutte meritevoli di essere approfondite – ha esordito – ma ci dobbiamo scontrare con una realtà che ci dice che in un anno ben tre referenti del settore sono cambiati»; sull’idea dell’esternalizzazione si è detto d’accordo con Santoro in quanto «probabilmente dovrà essere perseguita se vogliamo offrire servizi dignitosi alla comunità. È migliorata la situazione della pulizia dentro e fuori i vari siti ma con le attuali forze non riusciremo a fare molto: siamo ridotti, in generale, a 140 dipendenti e non ci sono più le persone per assolvere alle richieste che un settore come quello di Urbanistica richiede – ha rilevato con amarezza – Ognuna di queste infatti deve svolgere il lavoro di cinque persone».

La necessità, tuttavia, di tenere aperti il cimitero deve essere perseguita, ha aggiunto Scalamogna, ma con «solo quattro 4 dipendenti credo sia molto arduo farlo, ecco perché bisogna esternalizzare». Per quanto concerne la Toponomastica cimiteriale, l’assessore, pur evidenziando che si tratta «di una idea fantastica e fattibile», tant’è che il Comune «è già in dotazione di una mappa», si è lasciato andare ad una considerazione: «Dobbiamo affrontare prima quella dei vivi», alludendo al fatto che spesso le comunicazioni via posta all’utenza non arrivano a destinazione.

Ultimo punto sul quale Pasquale Scalamogna ha fornito chiarimenti è staro il Project financing: «A suo tempo fu inviato alla Provincia per essere appaltato; purtroppo, l’ente, poco tempo dopo, si è trovato in difficoltà a causa della presenza di pochi tecnici interni facendo, così, emergere, un problema legato al mantenimento della trasparenza e all’anticorruzione per come previsto dalla normativa ed ecco perché si è ritirato dal progetto». Una situazione di stallo, dunque, che, tuttavia, a parere dell’assessore comunale si può superare attraverso la nomina «di una commissione esterna». È chiaro che la condizione è drammatica: «A Vibo Valentia Centro – ha concluso Scalamogna – non c’è un loculo comunale e èertanto bisogna, dunque, trovare una via d’uscita per creare nuovi loculi e possibilmente senza spese. Ci vorrebbe un’ordinanza di divieto di morire…».

Condividi:

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

EDICOLA DIGITALE