X
<
>

Una veduta di Tropea

Condividi:
3 minuti per la lettura

TROPEA (VV) – Credono di prenotare un appartamento a Tropea per trascorrere un periodo di relax nella Perla del Tirreno ma cercano di mettersi in contatto con i titolari, ecco l’amara sorpresa: nessun alloggio e 1.200 euro di caparra sfumati. Quindi la denuncia ai carabinieri e l’individuazione dei presunti truffatori.

La vicenda ha visto vittima una comitiva di 8 giovani che hanno dovuto dire addio alla vacanza al mare.

L’indagine dei Carabinieri della Stazione di Bojano, nella provincia di Campobasso, ha consentito di individuare due soggetti, un 39enne del Vibonese ed una donna 46enne della provincia pavese, già noti alle forze dell’ordine per analoghe truffe perpetrate nell’intera penisola.

La storia. Otto i giovani di Bojano, poco più che ventenni, che al termine della scuola e soprattutto con l’avvicinarsi della stagione estiva, per mettersi alle spalle un periodo di restrizioni, lo scorso luglio avevano deciso di trascorrere qualche giorno insieme in un appartamento di Tropea. Dopo una breve ricerca sul web, con una delle Applicazioni più in voga nel settore, individuano un’inserzione che fa al caso loro e decidono di aderire alla richiesta. Dopo un iniziale scambio di messaggi a mezzo telefono, ricevono un preventivo via mail con a tergo le coordinate Iban ove effettuare il versamento della caparra. Riponendo fiducia nelle recensioni, accettano la proposta e bonificano l’importo di 1.200 euro come caparra, in attesa di ricevere poi indicazioni per l’arrivo in zona e il recupero delle chiavi.

L’amara scoperta. Un paio di telefonate senza risposta e la successiva voce registrata “l’utente da lei chiamato non è al momento raggiungibile” fanno sorgere i primi dubbi, che diventano certezza quando uno di loro decide di contattare la titolare del B&B sito nelle immediate vicinanze dell’appartamento e la donna conferma ai ragazzi che non vi è nessuna location in affitto e che aveva già ricevuto numerose telefonate da altre parti d’Italia per la medesima richiesta.

L’individuazione dei presunti responsabili. Le indagini dei Carabinieri hanno permesso di risalire ai due presunti truffatori, alle loro esatte generalità nonché di ricostruire i movimenti del c/c intestato alla donna, che era anche l’interlocutrice e la titolare della casella di posta elettronica utilizzata per l’invio del preventivo.

Qualche consiglio per evitare spiacevoli sorprese.  Non sono certo nuove situazioni come quella appena riportata. Ecco perché le forze dell’ordine raccomandano prudenza: «Negli ultimi anni, soprattutto nel periodo estivo, probabilmente anche per le minori risorse economiche che le famiglie italiane possono destinare alle vacanze, sempre più turisti scelgono di partire trovando sul web offerte “da sogno”, preferendo tale ricerca a quella tradizionale presso agenzie immobiliari, ritenendola meno vantaggiosa, metodo sicuramente veloce e spesso economico che però può sottendere inconvenienti».

I carabinieri poi colgono l’occasione per fornire degli accorgimenti per evitare di rimanere vittime di raggiri e vivere la spiacevole sensazione di arrivare all’indirizzo dell’appartamento prenotato e scoprire che in realtà non esiste: «Diffidate quando in internet trovate delle offerte particolarmente “vantaggiose” (prezzi bassi ed immagini spettacolari). Nessuno regala niente, nemmeno in internet. Verificate sempre l’affidabilità del sito che propone l’offerta controllando eventuali feedback negativi, tenendo conto comunque che le truffe vengono fatte anche inserendo annunci su siti di provata affidabilità. Richiedete all’inserzionista tutti i dati per essere sicuri della reale identità (nome, cognome, telefono fisso e mobile), ricordando che l’invio di copia dei documenti non garantisce sulla serietà dei venditori: questi documenti spesso sono falsificati, rubati o provengono da altre truffe in internet essendo stati carpiti in mala fede da altri consumatori. Prendete la foto dell’immobile nell’annuncio e trascinatela in Google Immagini, vedrete tutte le foto simili presenti nel web e se la stessa foto appartiene ad un’altra inserzione vorrà dire che una delle due è falsa, idem dicasi per il numero di telefono dell’inserzionista». Importante, infine verificare che il contratto proposto non contenga delle clausole vessatorie che determinano a carico del consumatore un significativo squilibrio dei diritti e degli obblighi provenienti dal contratto e nel caso rimanga ancora qualche dubbio «bussate alla porta della più vicina Stazione Carabinieri per chiedere consiglio», il consiglio finale.

Condividi:

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

EDICOLA DIGITALE