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La Madonna di San Gregorio

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SAN GREGORIO D’IPPONA- Al di là della fede, della credenza e della religione, fondamentali princìpi questi che creano quella speranza la quale accompagna ogni singola persona nel corso della propria esistenza.

A volte però tale sentimento, condiviso o meno, viene calpestato da chi si diverte a raggirare non solo la religione stessa, ma anche la generale credibilità. La bilancia, alla fine, ha virato più sul profano che sul sacro.

Come già anticipato da precedenti analisi informali (LEGGI), non c’è stato nessun miracolo o evento paranormale, infatti, nelle lacrime di presunto sangue apparse sul viso della statua della Madonna sita a San Gregorio d’Ippona piccolo centro vibonese amministrato dal primo cittadino Pasquale Farfaglia lo scorso 1 luglio (LEGGI).

La notizia, che aveva ormai preso addirittura contorni di carattere nazionale, trova dunque la sua verità dopo accurate e dettagliate analisi svolte presso l’Università della Calabria, a Cosenza, da specifici ricercatori riconosciuti nei volti della dottoressa Alessandra Crispini, del direttore pro-tempore del Dipartimento di Chimica e Tecnologie chimiche; la professoressa Anna Napoli, del professore ordinario di Chimica analitica e futura direttrice del Dipartimento; il dottor De Filippo, professore associato di Chimica fisica; il dottore Tursi, assegnista di ricerca; e la ricercatrice Maria Basile, con questi ultimi che hanno spiegato il risultato di tali analisi in un’intervista a Zona bianca, su Rete 4: “Il risultato delle analisi del materiale trovato sulla statuina ha portato alla determinazione univoca della presenza di coloranti per tessuti. Dalle nostre analisi possiamo quindi escludere che si tratti di un evento miracoloso“.

Si tratterebbe di semplice vernice, dunque, figlia di uno scherzo di cattivo gusto verso chi crede e che lo stesso sindaco del posto condanna ai microfoni di Mediaset: “Non c’è niente di sovraumano ma tanto di umano, chi ha compiuto questo gesto dovrebbe solo vergognarsi. Noi siamo una comunità religiosa, la maggior parte siamo cattolici, quindi abbiamo pensato che fosse un segnale nei confronti della nostra comunità“.

Sulla questione non si è mai esposta in maniera chiara e diretta la Chiesa, la quale ha mantenuto fino all’ultimo un profilo basso e volutamente distaccato. Affinché si parli di miracolo, infatti, la lacrimazione avrebbe dovuto ripetersi più di un volta con anche casi di vere e proprie guarigioni improvvise. Eventi questi, che chiaramente non sono mai stati registrati nel territorio vibonese.

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