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VIBO VALENTIA – Il gip distrettuale di Catanzaro, Maria Rosaria Di Girolamo, ha emesso una nuova ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di 15 indagati nell’ambito dell’operazione antimafia “Romanzo Criminale” (LEGGI LA NOTIZIA DELL’OPERAZIONE) contro il clan Patania di Stefanaconi, centro confinante con Vibo. Arresti domiciliari per un 16esimo indagato. 

Undici indagati erano stati raggiunti il 27 marzo scorso da un provvedimento di fermo della Dda, mentre altri 13 indagati si trovavano già detenuti nell’ambito di altra inchiesta. Le nuove ordinanze di custodia in carcere interessano: Giuseppina Iacopetta, 60 anni, moglie di Fortunato Patania, a capo dell’omonimo clan ed ucciso nel settembre 2011; Nazzareno, Saverio, Salvatore, Bruno, Andrea e Giuseppe Patania, figli del defunto Fortunato; Cosimo Caglioti, 26 anni, e Damiano Caglioti, 25 anni, di Sant’Angelo di Gerocarne; Francesco Lopreiato, 28 anni, di San Gregorio d’Ippona; Alessandro Bartalotta, 23 anni, Toni Mazzeo, 38 anni, Riccardo Cellura, 32 anni, Maria Consiglia Lopreiato, 31 anni, tutti di Stefanaconi. Arresti domiciliari, invece, per Antonio Sposato, 38 anni, di Stefanaconi. Scarcerati Caterina Caglioti, 32 anni, Alex Loielo, 21 anni. Associazione mafiosa, estorsione, usura, le accuse contestate a vario titolo.
 
 
Ordinanza in carcere anche per l’ex maresciallo Sebastiano Cannizzaro, già alla guida della Stazione dei carabinieri di Sant’Onofrio, per il quale però vengono meno i gravi indizi di colpevolezza in relazione al reato di favoreggiamento di membri del clan Patania. Nella nuova ordinanza, il gip non concorda poi con il decreto di fermo del pm in ordine al fatto che l’ex maresciallo Cannizzaro abbia commesso i reati di falso ed abuso per aiutare gli autori di alcuni omicidi ad “eludere le investigazioni”. Il gip sottolinea anzi sul punto che tale tesi è smentita da diverse circostanze. 
 
IL SACERDOTE – Per il gip invece non sussitono i gravi indizi di colpevolezza per l’ex parroco di Stefanaconi don Salvatore Santaguida, 47 anni, inizialmente coinvolto nella vicenda e per il quale gli inquirenti avevano chiesto l’arresto. Il Gip ha negato la misura cautelare affermando nell’ordinanza che «gli elementi indiziari non sono idonei a fondare un giudizio di sussistenza dei gravi indizi di colpevolezza per i reati ascritti, viste le numerose discrepanze gia evidenziate» pertanto la richiesta di provvedimento cautelare è stata completamente rigettata.

Don Santaguida di Sant’Onofrio, sacerdote per moltissimi anni a Stefanaconi e lo scorso anno trasferito a Pizzo, sempre nel Vibonese, figura fra i nuovi indagati dell’inchiesta “Romanzo criminale” con l’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa e rivelazione di segreti d’ufficio. Nei suoi confronti, il pm della Dda di Catanzaro Simona Rossi aveva chiesto l’arresto ma il gip distrettuale, Maria Rosaria Di Girolamo, come detto, l’ha rigettato evidenziando nell’ordinanza che emergono «seri dubbi sulla credibilità della ricostruzione fatta dai collaboratori di giustizia in ordine alle condotte contestate al Santaguida o quantomeno – spiega il gip – il quadro probatorio acquisito non è sufficientemente univoco in ordine alla responsabilità di don Santaguida per i reati di rivelazione di segreti d’ufficio e concorso esterno in associazione mafiosa». Per il gip, come già accennato, sono inoltre «numerose le discrepanze» nell’impostazione accusatoria della Dda di Catanzaro

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