X
<
>

Condividi:
4 minuti per la lettura

VIBO VALENTIA – Che la cosca Lo Bianco avesse ingerenze nei servizi sanitari della città è un dato emerso nel corso di numerose indagini e dai verbali dei pentiti. Nello specifico si tratta di Orazio Lo Bianco, figura sulla quale l’ordinanza porta a far emergere la sua capacità intimidatrice, espressiva della sua appartenenza mafiosa, nei confronti del personale medico sia dell’ospedale civile di Vibo Valentia che della struttura sanitaria “Villa dei Gerani”. Particolari che emergono dall’operazione Rinascita Scott portata a termine dalla Direzione distrettuale antimafia.

LEGGI TUTTE LE NOTIZIE SULLA MAXI OPERAZIONE

Nello specifico avrebbe minacciato ed ingiuriato un infermiere dell’ospedale “Jazzolino” per il solo fatto che quest’ultimo non gli aveva consentito l’accesso ad un’area riservata del nosocomio provocando la sua reazione: “Esci da lì pisciaturo di merda! Che se voglio ti faccio anche perdere il posto di lavoro”.

Un’altra vicenda vede coinvolta una assistente della polizia di Stato, in forza alla sezione di polizia stradale di Vibo Valentia, Daniela De Marco (finita agli arresti domiciliari) che, in più d’una occasione, come documentato dalle conversazioni intercettate, si sarebbe rivolta a Orazio Lo Bianco per prenotare visite mediche, senza pagare, presso Villa dei Gerani e l’ospedale di Vibo Valentia a favore della stessa e dei propri familiari. Lo specifico episodio corruttivo si sarebbe consumato il 16 agosto 2018, quando era Lo Bianco a contattare la De Marco, per evitare che i suoi colleghi della polizia stradale redigessero il verbale di accertamento delle infrazioni al codice della strada compiute dall’uomo.

Dalle conversazioni intercettate emergeva come l’indagato avesse commesso le infrazioni (guida senza cintura e utilizzo del telefonino alla guida), ciò essendo ammesso da lui stesso e che al momento dell’accertamento contattava la De Marco la quale lo tranquillizzava; da qui la contestazione di omissione dell’accertamento da parte dei colleghi della De Marco a cui in cambio era stata promessa la disponibilità, per qualunque tipo di prestazione, presso l’ospedale.

Non solo esponenti delle forze dell’ordine, ma anche consiglieri comunali. È il caso sempre di Orazio Lo Bianco e del fratello Alfredo (oggi in quota Pd e al tempo in una lista civica). L’inchiesta ha portato alla luce come il primo , parlando con il congiunto, si fosse attivato per la promozione del figlio a scuola.

Una vicenda che vede coinvolto il docente Vincenzo De Filippis (già consigliere comunale e assessore all’ambiente del comune di Vibo Valentia) che, in quel periodo era candidato per la Camera dei Deputati con la “lista civica popolare” alle consultazioni tenutesi in data 4 marzo 2018. Proprio in virtù dell’impiego lavorativo di De Flippis, Orazio Lo Bianco si sarebbe attivato per il procacciamento di voti in favore del docente, al fine di ottenere così la promozione scolastica del proprio figlio Luigi senza che quest’ultimo frequentasse le lezioni.

Inoltre Lo Bianco avrebbe ottenuto dal Prof-candidato, dietro compenso economico, l’incarico dell’affissione dei manifesti elettorali in tutta la provincia di Vibo Valentia. La circostanza appena riportata consente di mettere in rilievo la consapevolezza del docente di operare con il Lo Bianco, entro la logica della campagna elettorale, tant’è che nella conversazione del 3 gennaio 2018, si registra un primo tentativo di messa a disposizione di Orazio Lo Bianco nei confronti di De Filippis al fine di avvantaggiare il figlio Luigi che sarebbe stato iscritto nella classe dove insegnava il professore, assicurandogli la promozione a fine anno scolastico.

Dall’inchiesta emerge, poi, in maniera spaccata secondo la Dda la prova della promessa di voti che vi era stata tra Orazio Lo Bianco e Vincenzo De Filippis (“gliel’ho detto pure al Professore di si”) in cambio dei favori per il figlio Luigino, e questo viene alla luce dalla conversazione tra Orazio Lo Bianco, il figlio e altre due persone: “Io dico la verità adesso glieli sto raccogliendo a De Filippis i voti … ma non per qualcosa per il “figliuolo” ed aggiungeva “a nessuno… solo per lui.. sai perché li sto raccogliendo a De Filippis? per il “figliolo” per la scuola.., altrimenti nemmeno glieli raccoglievo… me ne fottevo di lui”».

Si sarebbe quindi consumato il patto illecito dell’impegno a raccogliere i voti (cosa che emerge in cui Orazio Lo Bianco dice: “adesso ero dal Professore De Filippis adesso io là da Lo Bianco … glieli ho trovati altri quaranta voti”). Ma le elezioni non portarono bene a De Filippis il quale il giorno successivo alle stesse Domenico Lo Bianco contattò il fratello Orazio riferendogli “ma vedi che ti vuole De Filipps! che dice che neanche.. neanche per.. neanche per quanti manifesti avete attaccato ha preso voti!”, confermando come Orazio avesse provveduto dei manifesti elettorali del professor De Filippis e lasciando intendere che quest’ultimo riteneva responsabile il primo dello scarso risultato elettorale ottenuto. Il consigliere del Pd, Alfredo Lo Bianco, avrebbe infine fatto da intermediario tra De Filippis e il fratello.

Condividi:

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

EDICOLA DIGITALE