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LAMEZIA – È all’ergastolo da oltre 25 anni, per quell’omicidio che sconvolse non solo tutta la nazione ma ne valicò i suoi confini. Quello del piccolo Nicholas Green, avvenuto il 29 settembre del 1994 lungo la Salerno-Reggio Calabria quando il piccolo di nazionalità americana, che sarebbe poi spirato l’11 ottobre successivo in ospedale, stava viaggiando in auto con i suoi genitori per andare in Sicilia.

L’agguato avvenne nei pressi dello svincolo di Mileto. Michele Iannello si trovava insieme a Franco Mesiano quella sera ed aprì il fuoco contro la vettura. Non si è mai chiarito del tutto il motivo, ma è un dato di fatto che si sia trattato di un tremendo errore.

Per quel tragico episodio Iannello si è sempre dichiarato innocente e l’ha sostenuto nuovamente ieri pomeriggio in occasione della sua escussione al processo “Rinascita-Scott” che si sta celebrando presso l’aula bunker della Fondazione Terina nell’area industriale di Lamezia Terme.

L’ormai ex collaboratore di giustizia (è infatti uscito dal programma di protezione, nel quale vi era entrato nel gennaio del 1995, per una serie di sue dichiarazioni) ha dichiarato che «nonostante il percorso con la giustizia», si trova «in carcere da 20 anni, e questa è una ingiustizia. Se non mi fossi pentito magari sarei uscito prima», ha commentato.

Ad ogni modo, Iannello, all’ergastolo per l’omicidio di Nicholas Green, ha nuovamente ribadito all’udienza di ieri la sua estraneità: «Non l’ho commesso – ha detto rispondendo alle domande dell’avvocato Michelangelo Miceli in sede di controesame – e questo l’ho sempre detto all’autorità giudiziaria dichiarandomi innocente fin dall’inizio della mia collaborazione, indicando chi potesse essere l’autore, vale a dire mio fratello», e aggiungendo «che non c’entrava neanche Francesco Mesiano», condannato a 20 anni di reclusione e anch’egli professatosi in più occasione estraneo.

«Nel corso degli anni – ha concluso Michele Iannello – ho sempre dichiarato di essere innocente e finché sarò in vita continuerò a sostenerlo perché è una ingiustizia».

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