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Il luogo dell'omicidio di Carmelo Polito

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VIBO VALENTIA – Centrali nell’individuazione degli altri due soggetti indagati nell’omicidio di Carmelo Polito (LEGGI) sono le dichiarazioni di tre collaboratori di giustizia: Raffale Moscato (che erano state già acquisite) Andrea Mantella e Bartolomeo Arena, che differiscono tuttavia su alcune circostanze in ordine a chi diede il benestare per commetterlo.

Ma nelle carte dell’inchiesta viene anche una conversazione del 7 maggio 2011 (l’omicidio fu il 1° marzo precedente) avuta tra Francesco Pannace (considerato l’esecutore materiale) e il boss Luigi Mancuso:
Pannace Francesco:- Ma hai saputo che mi hanno inculato, no?

Mancuso Luigi: – Chi te lo ha detto?!?

Pannace Francesco:- Perché ho ammazzato questo figlio di puttana…!

Mancuso Luigi: Chi, Polito?

Pannace Francesco: Inc. le … era pazzo! E così via.., per te, per me e per gli altri.

LE DICHIARAZIONI DEI PENTITI

Quindi le dichiarazioni del 2015 di Moscato, ex killer dei piscopisani, secondo cui il delitto fu commesso dai “San Gregoresi, per favore dei Piscopisani, in particolare di Rosario Fiorillo, perché erano in cella insieme e una volta gli ha toccato la faccia. Gli aveva dato un paio di buffetti. Eh… (ti facia `u pulito), una cosa del genere, “comportati bene”. Era un richiamo, però non era da schiaffeggiare, capito?, e lui non l’ha mai …a mo’ di richiamo, Fiorillo non c’è mai passato sopra. Il delitto fu fatto a San Gregorio e me lo disse Fiorillo”.

A queste si aggiungono quelle più dettagliate, rese al procuratore Falvo, di Andrea Mantella, ex boss di Vibo il quale riferì che “Francesco Scrugli mi disse anche che Rosario Fiorillo, detto “Pulcino”, è il responsabile dell’omicidio di Carmelo Polito, ucciso da questi a San Gregorio d’Ippona dopo che, in carcere, Polito gli aveva dato uno schiaffo; diceva che lo avrebbe ammazzato una volta fuori dal carcere e io lo avevo già immaginato, perché so quanto è sanguinario Rosario Fiorillo, per cui Scrugli mi ha dato solo conferma di ciò che io ritenevo essere una certezza; non so dire per quale ragione Polito gli aveva dato lo schiaffo, anche se so che questi era un malato di mente e alzava sempre le mani”.

Mantella evidenziava di essere certo che “per fare questo omicidio a San Gregorio gli avevano dato il beneplacito quelli del gruppo Razionale-Gasparro, soprattutto Saverio Razionale e Gregorio Gasparro”.

L’ex boss riferiva che quell’affronto era inevitabile che venisse lavato col sangue, facendo un esempio su se stesso, “io ero Andrea Mantella, diciamo che facevo parte della ‘ndrangheta, e se mi davano uno schiaffo dovevo fare a tutti i costi che ti dovevo ammazzare, sennò perdevo la faccia. Si sa chi sono gli azionisti, chi se lo può tenere uno schiaffo in faccia e ti può fare…”.

Infine ancora più specifiche le rivelazioni del pentito Bartolomeo Arena, componente del gruppo Pardea-Camillò di Vibo: “Carmelo Polito lo conoscevo da tantissimo tempo in quanto siamo stati anche in carcere insieme. Ricordo che aveva dei problemi psichici e che, a San Gregario, se la prendeva con tutti. La situazione mentale di Polito, peraltro, si era aggravata…” per una questione che aveva riguardato una sua consanguinea.

“E infatti – ha specificato il pentito – venuto a sapere di tale episodio, Polito, ritenendo disonorevole la cosa, aveva intenzione di agire nei confronti dei soggetti che vi avevano assistito. Tuttavia, v’è da dire che ogni intemperanza veniva meno allorquando il Polito faceva uso dei farmaci che ne mitigavano l’effetto”.

Venendo all’omicidio, Arena riferiva che per quanto confidatogli da “Francesco Antonio Pardea, il mandante è Rosario Fiarè, il quale, a sua volta, aveva inviato i cugini Pannace ad eseguire il delitto. Ricordo che, parlando sempre con Pardea, gli avevo rappresentato come, a mio avviso, l’attentato alla vita di Polito fosse stata una azione eccessiva, in quanto quest’ultimo aveva problemi mentali e, inoltre, al momento dell’omicidio, si trovava insieme al figlio piccolo”.

Il collaboratore confermava il presunto movente dell’uccisione: «Ricordo, inoltre, che, tra le causali di questo delitto, vi era una vicenda relativa ad uno schiaffo che il Polito aveva dato ad un soggetto di elevato rilievo criminale, molto vicino a Rosario Fiarè. Anche di tale ultima circostanza venivo messo al corrente da Pardea. Quanto ai suddetti esecutori materiali, posso dire che: uno di loro è lo stesso Pannace, autore dell’omicidio di Giuseppe Prostamo, soggetto che conosco di vista; l’altro cugino, parimenti autore materiale dell’omicidio del POLITO, invece non lo conosco in prima persona».

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