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VIBO VALENTIA – Nessuno sconto per i 147 imputati coinvolti nella maxi inchiesta della Direzione distrettuale antimafia. Andranno tutti a processo, secondo quanto stabilito dal gup distrettuale di Catanzaro Francesco Vittorio Rinaldi, le persone coinvolte in “Imponimento”, che ha colpito il clan Anello-Fruci attivo tra Filadelfia e Curinga, ai confini tra il territorio vibonese e quello lametino.

In 69 sono stati ammessi al rito abbreviato e questo filone del processo aprirà i battenti il prossimo 28 luglio nell’aula bunker di Lamezia Terme con il primo dei due giorni (l’altro è stato fissato per il 29 dello stesso mese) dedicati alla requisitoria dei pm antimafia Vincenzo Capomolla e Antonio De Bernardo. Previste per il 3 e il 17 settembre le discussioni delle difese.

Il resto degli imputati verrà giudicato con il rito ordinario davanti al Tribunale collegiale di Vibo Valentia e come sede del processo verrà utilizzata sempre l’aula bunker del polo industriale lametino, non distante da Filadelfia e Curinga, le roccaforti dei due principali clan alla sbarra. Questo troncone inizierà il 29 settembre.

Al centro delle indagini non ci sono solo gli Anello e i Fruci ma anche altre consorterie criminali operanti nel Vibonese: i Tripodi di Porto Salvo, i Lo Bianco-Barba di Vibo Valentia, i Cracolici di Maierato, i Bonavota di Sant’Onofrio.

Nomi eccellenti tra gli imputati: l’ex assessore regionale Francescantonio Stillitani, il fratello Emanuele ma anche l’ex consigliere della Provincia di Vibo Domenico Fraone, l’ex consigliere del Comune di Vibo Francescantonio Tedesco, l’ex assessore del Comune di Polia Giovanni Anello.

Politici e imprenditori come Daniele Prestanicola, Antonio Facciolo e Vincenzo Renda, professionisti come Maria Alfonsina Stuppia, già responsabile dell’Ufficio urbanistica del Comune di Pizzo. Tutti a vario titolo tutti finiti nel calderone della maxi inchiesta “Imponimento” che il 21 luglio scorso ha portato al fermo di 74 persone, infliggendo un duro colpo alla cosca Anello-Fruci di Filadelfia, ad affiliati e faccendieri di uno del clan più potenti della provincia di Vibo Valentia.

Associazione a delinquere di tipo mafioso, associazione dedita al traffico internazionale di sostanze stupefacenti, riciclaggio, intestazione fittizia di beni, corruzione, estorsione con l’aggravante della mafiosità, turbativa d’asta, truffe e reati ambientali le ipotesi di accusa.

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